La musica italiana oggi più che mai sta finalmente prendendo coraggio, uscendo dai limiti imposti dalle tradizioni e comprendendo che ogni genere ha una sua modalità di espressione che non va contestata a prescindere.
Negli ultimi cinque anni stiamo assistendo ad una progressiva rivoluzione musicale, dove il successo del rap sta finalmente portando una ventata d’aria fresca che ha contribuito a rendere maggiormente interessante la musica prodotta in Italia. La sua versatilità e la possibilità di parlare di tutto, che è una caratteristica propria di questo genere, hanno dato al rap la visibilità che da tempo meritava e la possibilità di evolversi e rinnovarsi intelligentemente. A partire dal 2015 ha conquistato una fetta di mercato ogni anno più grande, portando un’attitudine tipica del rock e necessaria per la musica del nostro Paese. Come avvenne in America, circa 15-20 anni fa, molti artisti, principalmente pop o comunque ormai nella scena da anni, si è voluto dare fiducia al rap, realizzando delle collaborazioni inaspettate ma che solitamente hanno un’ottima riuscita.
Rispetto alle ultime settimane è doveroso citare due brani: “Solo lei ha quel che voglio”, dei Sottotono in collaborazione con Tiziano Ferro, Marracash e Gué Pequeno e “Mille”, di Orietta Berti con Fedez e Achille Lauro.
“Solo lei ha quel che voglio”: il brano uscì nel 1996 come singolo dei Sottotono, uno dei più storici gruppi rap italiani. Considerato un vero e proprio inno della musica hiphop/R&B, viene rivisitato con la partecipazione di tre artisti che solitamente non troviamo insieme: Marra e Gué con Tiziano Ferro, a conferma dello spirito avanguardista del duo composto da Tormento e Big Fish. Questa canzone ha la grande capacità di creare un ponte temporale tra il 2021 e gli anni ’90, sia per i suoni che per le sensazioni che riesce a trasmettere. Molti non sanno che Tiziano Ferro era parte del coro ai live dei Sottotono in quegli anni e il fatto che ora, una volta raggiunto l’apice della sua carriera, sia stato coinvolto nuovamente in un progetto musicale, rende ancora più romantico il tutto. Sul suo profilo instagram ha infatti scritto: “I Sottotono per me sono stati sogno, opportunità, lavoro, divertimento, lezione. Non ringrazierò mai abbastanza Big Fish e Tormento per avermi scelto a diciannove anni come corista e poi di nuovo oggi per questo meraviglioso progetto”. Anche Marracash e Guè Pequeno fanno la loro sporca figura, due rapper d’élite ma cresciuti anche loro col mito dei Sottotono, che ora riportano quel sound di più di 20 anni fa in una canzone che ha il merito di aver perfettamente incastrato tre generi diversi, rendendola un connubio niente male. Ma “Solo lei ha quel che voglio” non è l’unico brano dell’album ad uscire dagli schemi, Elisa ed Elodie sono presenti e confermano quanto ormai sia fondamentale la presenza femminile nei progetti rap. L’eleganza e il significato del loro ritornello impreziosiscono significativamente l’anima della canzone.
“Mille”: la trovata artistica del trio Orietta Berti, Fedez e Achille Lauro incarna uno spirito del tutto innovativo che si fonde con l’atmosfera anni ’60 che viene evocata da questa canzone. Il video musicale è altamente suggestivo, Orietta è nella sua villa con piscina ed è nel vivo di una festa. Achille Lauro e Fedez sognano di imbucarsi al party ed entrambi hanno una rivista dove si legge “Orietta Berti è tornata”. Il messaggio, apparentemente banale, segna invece un trait d’union tra ciò che era e ciò che è la musica italiana, confermando l’immortalità della stessa. Le trovate artistiche ai limiti del trash incarnano uno spirito alternativo che denota una grande volontà di libertà, forse dovuta al periodo pandemico che tutti abbiamo dovuto affrontare, e si presenta come un’inno all’estate. ‘Tu devi cantarla come hai sempre cantato, non devi imitare nessuno, con l’allegria nella voce e nella gola perché è una canzone estiva che deve tirare su gli animi della gente che per mesi è stata chiusa in casa. ‘Mille’ -prosegue la cantante- è un brano che dà un senso di gioia, un senso di serenità, come quando apri la finestra e già sai che la giornata è iniziata bene”. La Berti racconta di aver lavorato molto bene con Fedez e Lauro: ”Sono due veri gentiluomini, ero lì in mezzo a dei ragazzi che potrebbero essere i miei figli. Achille lo conoscevo da diversi anni perché abbiamo in comune lo stesso stilista invece Fedez lo conoscevo come artista e l’ho visto tante volte quando è venuto da Fabio (Fazio, ndr) dove ci siamo sempre salutati dietro le quinte”.
Oggi più che mai si sente la volontà di dimostrare al mondo che tramite la musica, in qualsiasi sua espressione, si può fondere il vecchio con il nuovo, dando valore ad entrambi gli aspetti e creando una nuova dimensione artistica.
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