Tumore al seno anche per gli uomini (colpisce uno ogni seicentoventi)

Il tumore al seno, che colpisce in Italia ogni anno più di 50.000 donne, si tende, erroneamente, a credere che sia una patologia esclusivamente femminile. “È raro leggere di quei circa 500 uomini, che, nel nostro Paese, con cadenza annuale si ammalano di carcinoma della mammella”, afferma Mario Rampa, chirurgo senologo esperto di oncoplastica. Il tumore al seno può colpire sia le donne che gli uomini, e se nel primo caso la prevenzione gioca un ruolo fondamentale nella guarigione, nel secondo, questa è quasi totalmente assente.

La prevenzione nell’uomo è assente, per una diffusa mancanza di conoscenza che gli uomini hanno in relazione al problema e per il fatto che essendoci un’incidenza così bassa non esistano programmi di screening”, continua il dottor Rampa. Nel 70% dei nuovi casi, infatti, con una diagnosi precoce, è possibile vincere il tumore senza se e senza ma.

Nel confronto uomo – donna, si scopre che quest’ultima ha un tasso di guarigione molto più alto e a 5 anni dalla diagnosi guarisce in quasi il 90% dei casi.

L’uomo ha la fortuna di essere molto meno predisposto alla malattia, avendo meno tessuto mammario ed un’esposizione ormonale inferiore; nell’uomo, manca infatti l’esposizione costante agli estrogeni, che promuove la crescita delle cellule mammarie” continua il dott. Rampa.

D’altro canto, però, quando questo tipo di carcinoma si sviluppa nella ghiandola mammaria maschile risulta essere più aggressivo, e, senza una diagnosi precoce, molto più pericoloso.

La percentuale degli uomini che superano i 5 anni dopo la diagnosi:

A 5 anni dalla diagnosi, se si è intervenuti allo stadio iniziale della malattia, il tasso di sopravvivenza varia tra il 75 e il 95% dei casi. Più tardi si interviene e maggiore è il rischio della patologia: tra il 50 e l’80% dei casi, se si interviene allo stadio intermedio della malattia, tra il 30 e il 60% in caso di intervento nello stadio avanzato. “La diagnosi precoce, non smetterò mai di dirlo, è fondamentale soprattutto per gli uomini”.

Non esiste un elenco di cause scatenanti sicure e infallibili. Le statistiche però vedono più soggetti alla malattia gli uomini obesi, che fumano, che mangiano male e non fanno sport”. Altre importanti condizioni predisponenti, sono le alterazioni del metabolismo ormonale (come nei casi di cirrosi epatiche, tumore al testicolo o di sindromi genetiche), le terapie ormonali e le radioterapie.

“L’importante è fare cultura attorno al problema e far sì che anche il cosiddetto “sesso forte” prenda coscienza del rischio che potrebbe correre”, conclude il dottor Rampa. “Quando ci si fa la doccia potrebbe essere consigliabile controllare l’area del capezzolo e verificare che non vi siano piccole palline. In caso ci fosse qualcosa che non va, ricordate che una visita da un bravo senologo potrebbe salvarvi la vita”.

Chi è a rischio

Sono molti i fattori che contribuiscono ad aumentare il rischio di tumore al seno nell’uomo, alcuni dei quali possono essere evitati modificando abitudini e stili di vita.

Con l’avanzare dell’età aumenta anche nell’uomo il rischio di tumore del seno, che in genere viene diagnosticato poco prima dei 70 anni, mentre quando la malattia colpisce un uomo giovane si può pensare a fattori di rischio di tipo ereditario. La presenza di casi di tumore della mammella in familiari molto stretti può essere un campanello d’allarme: un uomo su cinque ha parenti stretti – maschi o femmine – colpiti dalla stessa malattia. A livello genetico, sono molto importanti le mutazioni presenti nel gene BRCA2, responsabili del 4-14 per cento circa dei tumori mammari maschili, mentre quelle nel gene BRCA1 sembrano meno legate all’aumento del rischio. Infine, anche alcune sindromi genetiche presenti alla nascita, come la sindrome di Klinefelter o l’esposizione del torace a radiazioni, per esempio come radioterapia, possono influenzare in modo negativo il rischio.

Come nella donna, anche nell’uomo gli ormoni giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo e nella crescita del tumore mammario. Può far aumentare il rischio di malattia tutto ciò che sposta l’equilibrio ormonale: disturbi a carico dei testicoli (rimozione, discesa incompleta o assente eccetera), terapia ormonale per curare un tumore della prostata, obesità (che induce la produzione di livelli più elevati di estrogeni), ma anche abuso di alcol e malattie del fegato.

*Fonte AIRC

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