“Il cane è un membro della famiglia a tutti gli effetti ed è protagonista dei nostri ricordi fotografici – spiega Marina Barbati – ma non è un essere umano: per fargli un ritratto dobbiamo prendere degli accorgimenti. La prima regola da seguire è ricordare che i cani si fotografano alla loro altezza (e non alla nostra). Qualunque sia la sua taglia, dobbiamo modificare la nostra postura per adattarci alla sua: solo così rendiamo giustizia alle loro proporzioni. In più, abbassandoci, possiamo scoprire da vicino quello che è il loro mondo di riferimento, notando ad esempio che un oggetto che avevamo ignorato rappresenta per il cane un ostacolo o un problema.”
Qualunque pet parent conosce i segnali che il suo cane lancia quando non è a suo agio: per fare una bella foto è indispensabile che si senta tranquillo, che non viva male il momento che avete scelto per lo scatto. “La situazione ideale è quella del gioco: se il cane è divertito da un oggetto o dall’ambiente circostante sarà più facile realizzare dei ritratti efficaci. Aiutiamoci, per quanto possibile, con biscotti o giochini – che rappresentano anche delle piccole ricompense per aver fatto il bravo. Una pallina per far correre il cane sulla spiaggia è un diversivo per lui ma anche un espediente per realizzare scatti dinamici e buffi. Evitiamo, inoltre, di stressare il cane quando è stanco, perché non rendiamo giustizia alla sua reale indole.”
Scegliamo con attenzione il contesto in cui fotografare il nostro pet: gli ambienti d’acqua, ad esempio, sono per loro natura particolarmente fotogenici e le photo opportunities non mancano al mare, al lago o nei pressi di un fiume. Anche i boschi sono contesti ideali, perché ci fanno giocare con la luce, le ombre e i riflessi.
Quando si parla di fotografia i tempi sono importantissimi. Innanzitutto parliamo dei tempi di scatto: difficilmente potremmo far stare in posa il cane per tanto tempo, quindi è meglio evitare gli scatti con i tempi lunghi. “Sfruttate a vostro vantaggio il fatto che il cane non sta mai fermo: quelli molto dinamici arrivano, quando corrono, a staccare anche tutte le quattro zampe e se siete accorti potreste realizzare una foto in cui sembra che volino!” Quando parliamo di pet photography, inoltre, è bene ricordare anche i tempi “di resistenza” del cane: non è un modello professionista e le nostre richieste devono avere tempi ridotti. “Brevi sessioni fotografiche sono l’ideale per non stressarlo troppo: se attraverso una fotografia ci regaliamo un ricordo tangibile, che ci riporti indietro nel tempo, deve collegarsi ad un momento bello, in cui cane e padrone erano entrambi sereni”.
Certamente, un servizio fotografico realizzato sotto il sole d’estate, nelle ore più calde, non è una buona idea: questo non solo perché il cane si stancherebbe troppo ma anche perché la luce non sarebbe la migliore, troppo diretta per creare il giusto gioco di ombre necessario per un bello scatto. Di contro, i tramonti sono perfetti per realizzare dei fantastici giochi di luci e ombre.
Le giornate nuvolose, di contro, sono le migliori per dedicarsi agli shooting: la luce si fa più morbida, più omogenea e uniforme e, a prescindere dalla temperatura, la presenza di zone d’ombra in cui rifugiarsi mette il cane più a suo agio. Paradossalmente, una giornata di pioggia che al mare ci toglie il buonumore può rivelarsi il momento più propizio per scatti bellissimi. Aspettiamo che smetta e poi sfruttiamo la luce e le pozzanghere per creare delle immagini davvero memorabili.
7. Allontanati da lui (e usa lo zoom)
“Bisogna ricordare che il cane ha una percezione tutta sua di quello che gli accade attorno e non sempre gestirà bene un obiettivo puntato – che può percepire come minaccia – o anche solo un cellulare a pochi centimetri dal naso. Distanziarsi un pochino lo tranquillizzerà di certo e per farlo possiamo ricorrere ai teleobiettivi – esistono anche lenti apposite per gli smartphone” – conclude Marina Barbati.
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