Accade oggi, a distanza di 78 anni, il ricordo della data che ha segnato il diritto di voto alle donne, per la prima volta nella storia d’Italia.
Il 1° febbraio 1945 venne emanato dal Consiglio dei ministri, presieduto da Ivanoe Bonomi il decreto legislativo luogotenenziale n. 23 che estendeva il diritto di voto alle italiane che avessero almeno 21 anni. Il decreto prevedeva la compilazione di liste elettorali femminili distinte da quelle maschili, ed escludeva però dal diritto le prostitute schedate che esercitavano “il meretricio fuori dei locali autorizzati”.
Tuttavia, il decreto del 1° febbraio, detto anche Decreto Bonomi ancora non contemplava ancora la possibilità per le donne di essere elette, ma solo di votare. Il diritto di eleggibilità verrà sancito solo con un decreto successivo con il Decreto n. 74 del marzo 1946.
Il riconoscimento del diritto di voto alle donne in Italia è il punto di arrivo di un percorso lungo e tortuoso, partito tra la fine dell’Ottocento e i primi del Novecento, sulla scorta dei movimenti degli altri Paesi europei.
La consapevolezza di aver assunto un ruolo ancora più centrale all’interno società oltre che all’interno della famiglia, si delinea in special modo durante la Prima guerra mondiale, in quanto le donne si ritrovano a sostituire al lavoro, gli uomini che si trovavano a combattere al fronte.
Da questa consapevolezza nasce quindi la volontà di rivendicare i propri diritti, ma si arrivò solo dopo anni di battaglie e fallimenti a questa data storica per l’Italia che segnò il suffragio universale.
Le prime elezioni
Le elezioni dell’esordio furono le amministrative tra marzo e aprile del 1946. L’affluenza femminile superò l’89%, e circa 2000 donne vennero elette nei collegi comunali, queste elezioni segnarono dunque la vera prova sul campo della nuova legge.
La stessa partecipazione venne registrata successivamente in occasione dello storico referendum per la scelta tra Monarchia e Repubblica. L’Italia divenne ufficialmente una Repubblica e a seguito del risultato di questo referendum, venne istituita la Costituente, l’organo legislativo elettivo preposto alla stesura di una Costituzione per la neonata Repubblica.
La partecipazione delle donne sarà di 21 su 226 candidate, ma seppur un numero esiguo, queste segneranno un apporto importantissimo in termini di uguaglianza, modernità, principi e idee.
Una curiosità riguardante queste elezioni sarà il divieto di portare il rossetto, pena l’annullamento del voto. Questa esigenza, che a primo acchito sembrerebbe strana, nasce dalla particolarità dettata dal fatto che nelle tornate elettorali, il lembo della scheda veniva umettato con le labbra per essere sigillato, come le buste da lettera, era quindi proibito l’utilizzo di rossetto nei seggi per evitare di lasciare eventuali segni di riconoscimento sulla scheda stessa.
Un’ importante testimonianza la si ritrova nel filmato nell’archivio dello storico istituto Luce: https://youtu.be/WsEgGbGWp-4
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