Una giornata Speciale quella svoltasi il 27 gennaio presso il MAXXI di Roma: una Lettura-spettacolo realizzata dagli allievi delle classi terze della scuola secondaria di I grado Vittorio Alfieri di Roma per la Giornata della Memoria. Una replica quasi integrale dell’evento svoltosi Venerdì 25, in cui hanno partecipato Pietro Barrera, che faceva gli onori di casa al MAXXI per conto del Presidente Giovanna Melandri impossibilitata a partecipare per precedenti impegni assunti.
In sala anche il Presidente del Secondo Municipio di Roma, Francesca del Bello e alcuni suoi assessori e consiglieri della Regione Lazio. Un Evento quello di venerdì che ha visto la partecipazione di due personalità, per tutto ciò che riguarda la nostra storia e per tutto ciò che sia riconducibile alla realtà Ebraica. Venerdì erano infatti presenti alla giornata Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti al Campi di Concentramento di Auschwitz. Ha introdotto la sua lucida e commuovente esperienza, Riccardo Pacifici, del Collegio dei Soci Fondatori della Fondazione Museo della Shoah.
Quanto oggi raccontato dai ragazzi fa parte della esperienze reali di vite vissute e che vogliono commemorare come ogni anno il 27 gennaio, l’Olocausto. Qualcosa che, ci si augura, lascerà un segno nella memoria di chi ha lavorato alla realizzazione, ma anche degli spettatori. Per i ragazzi tutto ciò rimarrà vivo e spero possa essere d’aiuto nei loro passi, nella loro interpretazione di vita, nel giudicare il giusto dallo sbagliato e saper prendere una posizione.
La Lettura-spettacolo porta a riflettere, a constatare gli orrori e gli errori di un popolo – quello italiano – schiacciato da una falsa ideologia, costretto e indotto all’indifferenza sociale, all’annullamento dei diritti umani per persone che avevano la sola colpa di appartenere ad una religione o anche solo ad una ideologia. Si trattava di uomini e donne, bambini, vecchi.
Questi spogliati di ogni avere, hanno perso tutto, perfino il nome, schiacciati da una forza oscura, un demone potente che li ha resi schiavi, oggetti e carne da macello.
I ragazzi e ragazze delle terze medie hanno messo le scarpe vuote che erano sul palcoscenico. Hanno indossato i panni di chi è realmente vissuto e ha patito tutto quello che loro hanno interpretato. Si è trattato perlopiù di lettere, poesie e scritti di chi ha subìto la deportazione nella città di Roma. Le persone strappate alle loro abitazioni e ai loro averi venivano portati prima a Rebibbia e poi caricati sui treni alla stazione Tiburtina, con destinazioni verso i campi di concentramento. Persone non persone, senza più diritti ne identità.
Bravi i ragazzi a far riemergere i sentimenti e il dolore. Brava la registra e autrice che ne ha curato l’adattamento, l’insegnante di Teatro Simonetta De Nichilo. Un lavoro che è andato oltre la lettura espressiva.
Il momento più toccante e significativo di venerdì 25, attendendo Sami Modiano, è stato quello di Riccardo Pacifici, persona dalla grandissima conoscenza della storia e della realtà odierna. Questi ha sottolineato a conclusione del suo intervento, con il racconto delle sue personali vicende – in ordine alle deportazioni – l’importanza del presente e del futuro e di tutto quello che sta accadendo intorno a noi nella totale indifferenza che lo accompagna. L’indifferenza di un popolo può portare a vere e proprie tragedie. Nelle giornate commemorative, lui però non vuole riferirsi solo a ciò che è stato. Ci sono sì la Memoria, il Passato, i morti, le famiglie distrutte. Tutto ciò che è un dolore, vita vissuta e racconti personali, vanno bene solo se lasciano un insegnamento e non permettono il replicarsi di eventi di tale portata.
Le comunità Ebree non cercano solo solidarietà. Oggi bisogna aprire gli occhi sulle differenze, sull’isolamento, sul ghettizzare le popolazioni più sfortunate. Una vera lezione di velata solidarietà con il difficile momento che stiamo vivendo, sulla solidarietà, sull’altruismo e sulla capacità di prendere una posizione.
Quanto accaduto al popolo Ebreo, isolamento, perdita dei diritti, delle proprietà dei diritti, l’isolamento sociale, la deportazione e l’omicidio di massa è una vergogna del passato che non deve riproporsi ai giorni nostri.
Toccante e di grande partecipazione poi il finale con i racconti vivi e commoventi di colui che ha vissuto sulla propria pelle tali vicende: Sami Modiano ha saputo far rivivere con grande nitidezza tutta la sua tragedia, della sua famiglia. Malgrado il tempo trascorso il dolore non può e non deve passare, per rispetto di tutte le persone che sono morte ingiustamente in un disegno di follia così diffusamente vasto.
Oggi, l’evento è stato ripetuto da diverse altri classi dell’Istituto Alfieri, accompagnate dal coro della Scuola.
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