Presso la “Galleria Spazio 40” di Roma, Via dell’Arco di San Calisto 40 a Trastevere, parte oggi la Collettiva “Le parole di Diotima”, dal 24 al 29 maggio 2019. Venerdì 24 maggio alle ore 19.00 è previsto il vernissage della mostra.
Espongono gli artisti: Giovanna Cataldo, Massimo D’Angelo, Adele Ercolano, Marta Fabbri, Ruggero Lenci, Amelia Mutti, Piuma Ellen Jee, Magda Quesada Ordeig, Ri-ciclabile di Anna e Vale, Stefano Tagliati, Oreste Tintori, Carmen Tubio.
In collaborazione con l’Associazione Culturale Il Salotto di Diotima
Segue il testo di presentazione della Mostra:
Le parole di Diotima
L’invenzione nel Simposio della figura di Diotima di Mantinea fu un modo per Platone di mostrare quanto Socrate fosse, oltre che saggio, anche duttile al punto da farsi insegnare molte cose sulla natura di Eros da una giovane e ignota donna, e da riferirle nel famoso banchetto tenutosi a casa di Agatone così come gli erano state da questa esposte, dopo che sullo stesso argomento ebbero parlato Fedro, Pausania, Erissimaco, Aristofane, Aga- tone e altri. Eros, secondo Diotima, non è né bello né brutto, né sapiente né ignorante, né dio né mortale, certamente un grande dèmone con il potere di tradurre e trasmettere agli dèi le cose che giungono dagli uomini, e agli uomini quelle che giungono dagli dèi. Eros, secondo Diotima figlio di Poros e di Penia (una povera mendicante), è sempre povero, non morbido e bello come invece si crede, ma ruvido, irsuto, scalzo e senza asilo, stando nel mezzo tra sapienza e ignoranza. Ed è proprio questo carattere di Eros quello che qui più ci interessa, questa sua buddità si potrebbe dire, questo stare nel mezzo, con l’ossimoro di una ruvida bellezza così spesso interpretata nella scultura con quelle figure metà uomini e metà fauni.
Senza bisogno di dilungarsi ulteriormente, sarà ormai sufficientemente chiaro che la figura di Eros è centrale nella ricerca artistica dei componenti del Salotto di Diotima in generale e nelle tele esposte in questa mostra dal titolo “Le parole di Diotima” in particolare. Si tratta di un lavoro a tema che va a intercettare e analizzare pittoricamente i valori conte- nuti in tali parole che sono, oltre ad Eros appunto, Armonia, Contemplazione, Divenire, Duplice bellezza, Esser-ci, Genesi, Introspezione, Sapienza, Spiritualità, Tolleranza, Virtù. Tutte insieme queste parole/valori/opere generano una rete di interconnessioni in grado di costituire una vasta gamma di sinapsi autopoietiche, quindi di chiavi interpretative della mostra, essendo strettamente legate, anche fisicamente, alla figura dominante di Diotima, così come emerge dall’installazione che ad essa le connette con altrettanti nastri.
E’ come se ciascuno dei dodici protagonisti avesse operato congiuntamente agli altri sotto lo sguardo attento e penetrante di Diotima di Mantinea, giungendo a un esito artistico condiviso quanto basta per essere orientato da un tema centrale e forte qual è quello di Eros, ma allo stesso tempo mantenendo una libertà interpretativa del tema che non ne va a intaccare minimamente la libertà e la personalità. In realtà, come nel Simposio, i com- ponenti del Salotto cercano ancora di imparare con umiltà dal prossimo, ispirati da senti- menti di fiducia, di parità uomo-donna, di bontà d’animo, di ricerca di intelligenza, di non prevaricazione e altro ancora. I caratteri specifici di questa collettiva sono a favore di un’arte sostenibile che si esprime anche mediante il riuso dei materiali dandogli una se- conda vita, la contaminazione intellettuale e quasi biologica tra i vari lavori, la loro messa in rete ovvero connessione in quanto tratto distintivo riconosciuto della contemporaneità nell’era della globalizzazione, la cultura dei valori e del sentire interiore, i tentativi di cu- rare le lacerazioni della società, e altro ancora.
Ruggero Lenci
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