La Francia ha commemorato questa domenica 19 marzo all’Eliseo gli accordi d’Evian, i negoziati intrapresi nel 1962 fra i rappresentanti del governo francese e quelli del Governo provvisorio della Repubblica algerina (Front de Libération National de l’Algérie, FNL) per porre fine alle violenze tra i due paesi e riconoscere definitivamente il passaggio dell’Algeria da colonia francese a paese indipendente e sovrano.
Il presidente Emmanuel Macron ha deciso di invitare più di 200 persone nella sua residenza con lo scopo di riconciliare i rapporti tra i due paesi che non si sono mai veramente riappacificati dopo il periodo di colonizzazione francese. Gli invitati sono tutti rappresentanti dei due governi o testimoni diretti della guerra, veterani algerini e francesi. Anche l’ambasciatore algerino in Francia è stato invitato a partecipare ma ha declinato l’offerta, a dimostrazione del fatto che il suo paese non ha chiaramente ancora perdonato la Francia per le atrocità commesse nel periodo coloniale. Il paese nord-africano aspetta ancora delle scuse ufficiali ma dovranno probabilmente aspettare ancora molto dato che la Francia difficilmente accetterà qualcosa di simile in un momento in cui ancora cerca di espandere la sua influenza nel continente. Macron ha comunque rivolto un discorso ai presenti dai toni distensivi e amichevoli. Il presidente ha ricordato a tutti i tentativi fatti dalla società civile francese per riavvicinarsi al paese arabo: dalla pubblicazione dello storico Benjamin Stora sui crimini commessi dai francesi in Algeria al riconoscimento della responsabilità dell’esercito francese nelle morti del comunista Maurice Audin e del nazionalista Ali Boumendjel.
Non sono mancate però le critiche in Francia per la decisione del presidente Macron di commemorare questo evento con un grande ricevimento, critiche che affondano le proprie radici nella storia del conflitto tra i due paesi. È importante ricordare infatti che nel 2012 il parlamento francese ha approvato una legge per dichiarare il 19 marzo come la “la Giornata nazionale del ricordo per le vittime civili e militari nella guerra d’Algeria e dei combattimenti in Tunisia e Marocco” anche se molti esponenti della destra francese criticano fortemente questa data simbolica. Il loro risentimento deriva dal fatto che tante tra le perdite tra le file delle forze francesi sono appunto avvenute dopo il 19 marzo. Valerie Pécresse, membro del partito repubblicano, dal 2015 presidente della regione de Ile-de-France e candidata alle elezioni presidenziali del 2022, ha già fatto sapere che cancellerà la celebrazione di questa giornata se verrà eletta.
Da questo emerge chiaramente come il colonialismo abbia ancora degli strascichi importanti nei rapporti politici tra paesi europei e non e appare altrettanto evidente che questo passato ingombrante continuerà a caratterizzare le relazioni tra ex colonie e potenze europee fino che queste ultime non prenderanno una posizione forte chiedendo scusa per gli errori commessi in passato.
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