Emergono dati riguardanti tre ricercatori cinesi di Wuhan ricoverati a causa del Covid a novembre 2019: riaffiora l’idea che il virus possa essere stato generato in laboratorio.
Il quotidiano internazionale Wall Street Journal ha reso nota una documentazione dell’intelligence statunitense nella quale viene riportato il caso di tre ricercatori dell’istituto di virologia di Wuhan ricoverati nel novembre 2019 a causa del Covid-19. Precisamente si riferisce che i tre virologi riportavano “sintomi compatibili sia con il Covid-19 che con la comune influenza stagionale”. Questa notizia risveglia la riflessione sul tema delle origini del coronavirus, e in particolare sulla teoria secondo la quale l’origine del virus risiederebbe nei laboratori di Wuhan.
La smentita di Pechino
Giunge immediatamente la smentita da parte della Cina, la quale ribadisce che il primo caso accertato di Covid è stato registrato l’8 dicembre 2019. Il portavoce del ministero degli Esteri Zhao Lijan in relazione al rapporto del Wall Street Journal ha dichiarato che esso “non è veritiero” sottolineando l’inesistenza di casi di Covid-19 presso l’istituto di virologia di Wuhan prima del 30 dicembre 2019. Pechino, infatti ha sempre rifiutato l’ipotesi secondo la quale il virus fosse uscito dai propri laboratori. Secondo quanto riportato dalla Cina, questa supposizione fa capo a teorie del complotto divulgate con lo scopo di distrarre l’opinione pubblica rispetto alla gestione statunitense della pandemia da Covid.
Il “no comment” statunitense
L’amministrazione Biden non ha rilasciato alcuna dichiarazione sul rapporto dell’intelligence americana, precisando soltanto che i dati sull’origine del virus dovrebbero essere verificati dall’Organizzazione mondiale della sanità. “Continuiamo a porci delle domande sulle origini della pandemia Covid-19 all’interno della Repubblica Popolare Cinese”, ha riferito una portavoce del Consiglio di Sicurezza Nazionale, “per una questione di politica non commentiamo mai le questioni di intelligence“.
L’intervento di Anthony Fauci
Anthony Fauci, virologo statunitense e consigliere presso l’amministrazione Biden per la gestione dell’emergenza sanitaria, ha espresso le proprie perplessità sull’origine naturale del Covid-19, ribadendo la necessità di indagini più approfondite sulla provenienza del virus. Fauci, in risposta alle domande dell’analista Katie Sanders a PolitiFact, ha dichiarato di non essere convinto dello sviluppo naturale del coronavirus e ha confermato l’importanza di ulteriori controlli sul suolo cinese.
In ogni caso, i nuovi dati emersi dal rapporto necessiteranno di ulteriori controlli e verifiche e per il momento non vi è la garanzia che essi siano veritieri.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.