Si parla di 316 milioni, 18,3% in più dello scorso anno… No, non sono gli ennesimi numeri della pandemia, che quest’anno sono stati tirati fuori più della tombola di Natale, ma rispettivamente le bottiglie italiane pronte per essere consumate per il nuovo anno e la percentuale in crescita con il 50% in più rispetto a solo 5 anni fa.
Gli italiani, popolo che si adegua a tutto (o quasi), hanno acquistato nel solo mese di dicembre 2020 circa 11.000 litri di bollicine ed è proprio nella settimana dal 25 dicembre che viene registrato il picco di spesa per il beverage, in previsione del brindisi di fine anno.
Complice l’ incertezza dei programmi, gli eventi last minute, che fin ora avevamo apprezzato solo per gli sconti dei viaggi, i consumi di bollicine tricolore sono aumentati e si attendono circa 2 miliardi di brindisi e un valore alla produzione di 236 milioni di euro. Possiamo dire: almeno beviamoci sù!
L’ Osservatorio Unione italiana vini (Uiv) – Ismea ha stimano circa 88 milioni di bottiglie sulle tavole degli italiani, a cui si aggiungono 5 milioni di bottiglie importate ( 50% in più rispetto al 2020).
Franciacorta batte Champagne 1 a 0. Le denominazioni italiane trainano gli imbottigliamenti con crescite ovunque in doppia cifra: Prosecco Doc (+25%), Asti, Conegliano Dogc, Trento, Alta Langa. Sparkling tricolore apprezzato anche all’estero con un incremento del 20%, ma è in patria che godrà degli applausi migliori e dei brindisi attesi con una chiusura di fine anno di circa 900 milioni di bottiglie vendute.
Nel 2021 il valore alla produzione degli spumanti italiani supererà per la prima volta i 2,4 miliardi di euro; un incremento a cui si aggiunge un volume produttivo in costante ascesa (+170% nell’ultimo decennio). Oggi le bollicine sono arrivate a rappresentare circa 1/4 del totale delle esportazioni di vino italiano nel mondo.
Parma, L’Aquila, Cremona le provincie in pole position per la spesa di bollicine, la Lombardia è la regione italiana che le apprezza in particolare modo, con ben 4 città nella Top 10 (Cremona, Lecco, Como, Bergamo).
Il Lazio invece si difende bene anche in merito ad eventi e presentazioni, infatti si terrà proprio a Roma (al Salone delle Fontane dell’ Eur) l’evento dedicato all’ “Annuario dei migliori vini italiani 2022” scritto da Luca Maroni (Sens Editore) che dal 10 al 13 febbraio 2022 accoglierà gli appassionati e gli esperti del settore per 3 giorni di fermento e gusto, supportati anche dai piatti dello chef Giuseppe D’Alessio.
L’idea di Luca e Francesca Romana Maroni di informare e coinvolgere in modo completo chi si avvicina al vino e chi già è del settore, prende vita con la narrazione dei migliori vini del nostro paese, suddivisi per regioni e valutati dallo stesso Luca Maroni in modo veritiero e schietto con il suo metodo di degustazione basato sul principio che “la qualità del vino è la piacevolezza del suo sapore”.
Ben 8.123 vini presi in esame nel volume presentato e 32.492 valutazioni degustative. Per ogni vino incluso nell’ Annuario è espresso oltre l’ annata di vendemmia, i cenni storici dell’ azienda produttrice, le descrizioni delle percezioni rilevate all’assaggio, nonché valutazione di consistenza, equilibrio ed integrità.
Disponibile dell ‘Annuario anche la versione pocket con 400 pagine, 40 mila valutazioni e 800 commenti conclusivi di Luca Maroni sulla produzione complessiva delle aziende vitivinicole.
E se si parla di Lazio non si può non menzionare il Frascati, o meglio il “nuovo Frascati” su cui si sono accesi i riflettori soprattutto questo’ anno a cui sono state assegnate le Quattro viti dell’ AIS e la rivista “Milano Finanza” ha posizionato il Frascati al quindicesimo posto tra i bianchi italiani, confrontando le 6 guide enologiche più importanti d’ Italia.
Una notevole evoluzione e soprattutto crescita per quanto riguarda la qualità è stata la nota di merito che ha portato anche le nuove generazioni di produttori ad appassionarsi sempre più al territorio laziale in primis e a lavorare al meglio sulla produzione, sperimentando e lavorando accuratamente su nuovi equilibri valorizzandone il potenziale fatto emergere lentamente.
I vini Frascati si stanno posizionando sempre meglio sul mercato, pronti per questa nuova rinascita fatta di sapori freschi, minerali, sapidi e moderatamente agrumati.
I nuovi vignaioli pensano in grande, sono attenti alle produzioni ecosostenibili, alla riduzione dell’impronta carbonica e della chimica di sintesi sia in vigna che in cantina.
E proprio ultimamente è stato effettuato il passaggio del testimone del Consigliere Mauro Merz di Fontana Candida a Fabrizio Santarelli dell’Azienda Castel de Paolis di Grottaferrata, che entra a far parte del Consiglio di Amministrazione del Consorzio di Tutela Denominazioni Vini Frascati.
«Sono contento di avere ricevuto la comunicazione del Presidente Gasperini riguardo la mia nomina nel CdA del Consorzio Frascati, che mi darà la possibilità di mettere a servizio delle Denominazioni le relazioni, l’immagine e la storia di Castel De Paolis, che come azienda è da sempre impegnata nel rilancio dell’immagine del Frascati – dichiara Fabrizio Santarelli .
Una “magia” quella del vino iniziata 2 milioni di anni fa nel nostro territorio, con tracce in Valdarno Superiore di fossili di tralicci di vite (vitis vinifera). I ritrovamenti archeologici dimostrano che la vitis vinifera cresceva spontanea già 300.000 anni fa e le prime fermentazioni probabilmente furono naturali avvenute in contenitori dove gli uomini del neolitico riponevano l’uva e scoperte casualmente.
Con passione e duro lavoro si è portato avanti un grande bagaglio di cui l’ Italia può andare fiera, soprattutto questo ultimo anno, non facile, ma ricco di grandi traguardi. Per sostenere ancora con più fermezza la teoria “del bicchiere mezzo pieno” e brindare al nuovo anno!
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