Per la Giornata Internazionale dei diritti dell’infanzia e dell’adolescenza, il Municipio 2 ha deciso di riconoscere la cittadinanza simbolica alle bambine e ai bambini nati da genitori migranti. Un’occasione per dire sì allo Ius Soli e per riconoscere pari diritti a tutti i minori.
“A matita siamo tutti uguali”. Lo dicono i #bambini delle scuole del Secondo Municipio per sottolineare che tra loro non sentono differenze legate alle etnie di provenienza. A penna, invece, per la legge, non hanno gli stessi diritti: quelli nati da genitori stranieri non sono cittadini italiani. Ecco perché, per la Giornata Internazionale dei diritti dell’#infanzia e dell’#adolescenza, il Municipio ha deciso di riconoscere loro la cittadinanza simbolica.
L’evento si terrà il 21 novembre all’Aula Magna de La Sapienza – Università di Roma che patrocina l’iniziativa, insieme a 600 bambini e bambine. A partire dalle 10 racconteranno con le loro storie e, con la loro semplicità, le ingiustizie che si verificano nel nostro Paese per la mancanza di una legge sullo Ius Soli.
Il secondo Municipio ha approvato la delibera di Giunta “Riconoscimento simbolico della cittadinanza municipale nella giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza”. Un provvedimento orientato ai principi di non discriminazione dei minori che sono alla base della Convenzione Internazionale sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza dell’ Assemblea Generale delle Nazioni Unite (20 novembre 1989).
L’iniziativa è possibile grazie all’impegno di tutta la comunità scolastica e delle Associazioni del territorio. In particolare alla Cooperativa Sociale Ambiente e Lavoro Onlus, Associazione Dhyana, Associazione Il Filo dalla Torre Onlus, Cooperativa sociale Prassi e Ricerca Onlus
All’evento sono state inviate le più alte cariche dello Stato, della Regione Lazio, di Roma Capitale e personalità di spicco del mondo sportivo e dell’associazionismo.
Il nostro ringraziamento per queste iniziative “sensibili” alle nuove problematiche sociali vanno invece al Presidente del II Municipio di Roma, Francesca Del Bello e all’Assessore Emanuele Gisci, che da sempre si occupa del mondo dei più piccoli, delle problematiche ad esso inerenti.
IUS SOLI, una speranza mancata:
IUS SOLI: riguarda tutti bambini nati in Italia da genitori stranieri. Oppure tutti coloro arrivati in Italia da piccoli. Sono previsti tre casi: per nascita sul territorio italiano da genitori ignoti; per nascita sul territorio italiano da genitori apolidi; per nascita sul territorio italiano da genitori stranieri impossibilitati a trasmettere al soggetto la propria cittadinanza secondo la legge dello stato di provenienza.
Lo Ius Soli può essere applicato a colui che nato in Italia, vi abbia risieduto ininterrottamente fino alla maggiore età. Egli diventa cittadino italiano di diritto se dichiara tale volontà entro un anno dal raggiungimento dei 18 anni (naturalizzazione)
IUS SANGUINIS: italiano il bambino che nasce da almeno uno dei genitori italiano. Un bambino nato da genitori stranieri, anche se partorito sul territorio italiano, può richiedere la cittadinanza solo dopo aver compiuto 18 anni e se ha risieduto in Italia “legalmente e ininterrottamente”.
IUS CULTURAE: (proposta) il principio che lega la cittadinanza al fatto di aver frequentato le scuole nel paese dove si risiede prima dei 12 anni.
CIO’ CHE SARA’, spirano venti contrastanti, fatti di campagne elettorali e di voglia di cambiamento rispetto la direzione intrapresa. Per ora sono solo proposte, ma nulla può dirsi mai definitivo, in uno scenario in movimento.
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