Il 13 giugno 1981, 38 anni fa moriva il piccolo Alfredino Rampi a seguito di una caduta in un pozzo artesiano a Vermicino. Un pezzo della nostra storia più triste. Per tre giorni l’Italia stette col fiato sospeso. Tutti davanti alla Tv, in pena per quel figlio, che era diventato il figlio di tutti. Si sperò in un miracolo che non arrivò. Tutti i tentativi di estrarre il piccolo a -60 metri furono vani.
L’incidente avvenne il 10 giugno 1981, Alfredo Rampi cadde in un pozzo artesiano lasciato scoperto dal proprietario del terreno, in una piccola frazione di campagna vicino a Frascati, situata lungo la via di Vermicino, che collega Roma sud a Frascati nord
Alfredino, 6 anni, era a spasso con il papà Ferdinando e altri amici, poi il bimbo chiese di tornare a casa da solo. Erano molto vicino all’abitazione, in piena campagna. Quando Ferdinando arrivò a casa però accorse che Alfredino non era mai arrivato. Furono allertate le forze dell’ordine e i vigili del fuoco, che cercarono il bambino in tutta la zona. Alfredino non venne trovato subito, anche perché il proprietario del pozzo sentito della scomparsa del bambino si era preoccupato di coprire il pozzo con una lamiera ignorando che all’interno ci fosse un bambino (probabilmente svenuto). Quando uno degli agenti fece rimuovere la lamiera, scoprì la dura realtà per i lamenti e pianti del bambino.
In tanti volontari tentarono di salvare la vita al piccolo: venne scavato un pozzo parallelo che sarebbe dovuto poi arrivare con un tunnel fino al luogo in cui si trovava il bambino, ma le misure furono sbagliate e si crearono smottamenti tali che il bambino scivolò per un ulteriore tratto. Le operazioni vennero svolte senza un vero coordinamento, ne preparazione di chi agiva. Ci furono tanti errori, che determinarono anche ulteriore ritardi. Angelo Licheri, che oggi ha 78 anni fu il sardo coraggioso e con il fisico da contorsionista, che si calò a testa in giù per cercare di afferrare il polso del bambino e tirarlo fuori dall’incubo. Ma l’impresa disperata non gli riuscì.
Il bambino, morì il 13 giugno, tre giorni dopo la sua caduta in quel pozzo. Una tragedia che è rimasta nelle menti di tutti noi che l’abbiamo vissuta.
In quell’occasione ci fu anche la prima lunga diretta televisiva. Questa disgrazia fu anche il primo evento mediatico della storia della televisione. Anche l’allora Presidente della Repubblica Sandro Pertini fu presente vicino alla famiglia. Un altro Presidente, Giorgio Napolitano, incontrò nel 2011, la mamma di Alfredo Rampi per consegnargli una medaglia d’oro per il suo impegno con il “Centro Alfredo Rampi“. Il dolore della Mamma, ha trovato una ragione di vita in un impegno. SI è concretizzato nella Onlus “Centro Alfredino Rampi”, Questo le ha dato la “forza di andare avanti “perché non si ripetano più tragedie del genere”. Circa 240mila bambini e ragazzi partecipano ad incontri con i professionisti della sicurezza: vigili del fuoco, volontari della protezione civile, speleologi e poliziotti. Allora, invece, c’era inesperienza e improvvisazione.
Dopo circa due mesi dalla morte di Alfredino, il Presidente Pertini telefono alla signora Franca per comunicarle che aveva deciso di istituire la “Protezione Civile”.
Per tutto quello che era accaduto la famiglia Rampi andò via da Vermicino. Quei luoghi negli anni si sono trasformati. Cemento ed edifici hanno preso il posto della campagna. Solo quel terreno è rimasto per molto tempo così, come in quei tristi giorni, con una croce commemorativa, una foto e una macchinina giocattolo.
Da poco invece, ogni segno del passato è stato eliminato. Il terreno è stato spianato e anche della tragedia non è rimasto più nulla. Ora quel terreno è stato trasformato in edificabile e entro poco tempo sorgerà una nuova villa. C’è solo un albero d’ulivo – che speriamo sopravviva ai futuri lavori, che era presente anche nel lontano 1981.
Il corpo di Alfredino Rampi uscì da quel cunicolo senza vita, 11 luglio. 31 giorni dopo la caduta. Il recupero avvenne senza il clamore delle telecamere, senza tv e la gente curiosa dei giorni dei tentativi di recupero. Ci vollero i minatori che recuperarono il corpicino di quel piccolo bimbo, avvolto in un lembo che lo racchiudeva tra fango e il ghiaccio.
Centro Alfredo Rampi Onlus: su Facebook
Sito: Centro Alfredo Rampi Onlus
Che poi la storia a volte si ripresenta nella sua tragicità:
Julen in Spagna, all’inizio di quest’anno: https://www.laragnatelanews.it/attualita/trovato-morto-il-piccolo-julen-dopo-13-giorni-nel-pozzo/46676.html
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.