Nei giorni scorsi si è tenuto l’Amazon Prime Day 2019, la due giorni di promozioni organizzate dal colosso statunitense delle vendite online. Nel frattempo, in diversi paesi del mondo, dagli Stati Uniti alla Germania, il periodo del Prime Day è stato scelto dai dipendenti dell’azienda per organizzare scioperi con l’obiettivo di chiedere alla multinazionale il rispetto dei diritti dei lavoratori e una maggiore equità salariale.
Ma adesso Amazon deve fare i conti con una decisione, in Europa, che da tempo era stato paventato e che adesso si è tradotto in una decisione confermata ufficialmente. L’Antitrust europeo ha confermato di aver avviato una indagine nei confronti di Amazon, con l’intento di approfondire i metodi legati alla raccolta dei dati raccolti dai venditori partner e, soprattutto, all’uso che ne viene fatto dalla multinazionale fondata da Jeff Bezos.
Margrethe Vestager, Commissaria europea alla Concorrenza il cui mandato scadrà il prossimo mese di ottobre, ha commentato in questo modo la decisione di avviare l’indagine nei confronti di Amazon:“L’e-commerce ha incrementato la concorrenza al dettaglio e portato più scelta e prezzi migliori. Dobbiamo assicurare che le grandi piattaforme online non eliminino questi benefici attraverso comportamenti anticoncorrenziali. Ho quindi deciso di dare uno sguardo molto attento alle pratiche commerciali di Amazon e al suo duplice ruolo di marketplace e retailer valutando la sua conformità alle regole di concorrenza dell’Unione Europea”.
Al centro delle attenzioni dell’antitrust, infatti, c’è il ruolo ricoperto da Amazon non solo in qualità di venditore, ma anche di marketplace dove altre aziende possono vendere i propri prodotti. L’indagine servirà innanzitutto ad analizzare gli accordi stipulati dai venditori partner e la stessa Amazon, per capire se i dati raccolti dall’e-commerce possono essere deleteri per la concorrenza.
In secondo luogo, verrà approfondito il funzionamento di “Buy Box“, il riquadro presente nelle pagine dell’e-commerce, che consente ai consumatori di aggiungere istantaneamente i prodotti al carrello. Il Buy Box, infatti, non svela subito ai clienti da chi viene venduto il prodotto. Ma per i venditori essere inseriti nel Buy Box di Amazon sembra essere fondamentale per incrementare notevolmente le vendite, considerando che gran parte degli acquisti effettuati su Amazon viene effettuato proprio attraverso questo riquadro.
A decidere il venditore che viene inserito nel Buy Box è un algoritmo, ma non sono del tutto chiari i motivi che spingono l’algoritmo a privilegiare un venditore rispetto ad un altro. L’indagine dell’antitrust servirà anche ad approfondire la questione, per scoprire l’eventuale presenza di abusi.
Al momento non è dato sapere quanto tempo richiederà l’indagine, considerando che tutto dipenderà dalla complessità della stessa. Nel frattempo Amazon ha commentato la notizia, confermando la volontà di collaborare pienamente con la Commissione Europea, e ribadendo l’intenzione di continuare a supportare le aziende di ogni dimensione, per aiutarle a crescere.
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