Banksy, artista contemporaneo inglese, uno dei maggiori esponenti mondiali della street art, conosciuto per i suoi capolavori di satira tesi a denunciare gli aspetti più crudeli della società, ancora una volta ha colpito nel segno, questa volta senza dover uscire dalla porta di casa.
Ha infatti di recente postato sul social Instagram le immagini del bagno della sua casa. Un gruppetto di topi dipinti sui muri con il suo inconfondibile stile da graffiti vandalizzano la stanza. Un topo spruzza il dentifricio in aria, un altro, che si può vedere nel riflesso dello specchio, usa il rossetto per segnare i gironi di prigionia.
Senza dubbio un modo per far capire quanto anche lui si senta rinchiuso in gabbia, e per sfogarsi. Per un artista abituato a portare il suo messaggio per le città di tutto il mondo, a lavorare nell’ombra ma all’aperto, dover restare a casa è senza dubbio un grande sforzo.
Insieme a lui chiusi nelle mura restano la sua creatività e il suo estro, che riescono tuttavia a raggiungere le sue migliaia di seguaci grazie ad Internet. Nella descrizione delle foto si legge “mia moglie odia quanto lavoro da casa”.
Una delle ultime volte che avevamo letto di Banksy nei giornali era stato quando aveva compiuto la distruzione della sua stessa opera durante un’asta. Era riuscito a installare un marchingegno che attivandosi nel momento in cui la sua opera “Girl with Balloon” (riprodotta su tela, autenticata) veniva venduta per 1,2 milioni di dollari, l’aveva ridotta in striscioline.
Tra le sue numerose iniziative voglio anche ricordare quando, nell’ottobre 2013, Bansky dichiarò di realizzare ogni giorno, per un intero mese, un’opera per le vie di New York. Non si limitò a tappezzare di graffiti la città, ma diede sfogo ogni volta alla sua anima innovatrice. Citando solo due casi, a mio avviso i più eclatanti, il giorno 11 allestì un camion pieno di peluche di animali a dimensione naturale, che si affacciavano dalle fessure ai lati e producevano un fragore assordante, per denunciare la crudeltà dei macelli, ed il giorno 13 mise in vendita le sue opere, dal valore di migliaia di euro, in una delle numerose bancarelle di Central Park. Al di fuori delle sale d’asta ufficiali e senza pubblicità, i suoi lavori fruttarono al signore che le vedeva poco più di 400$, e ancora una volta l’artista si prese gioco di tutti coloro che sono pronti a spendere una fortuna per pezzi di carta.
La genialità di Banksy non passa inosservata. Banksy dipinge cinicamente e in modo perfettamente chiaro la realtà che ci circonda, e lo fa sui muri, usando la realtà al tempo stesso come musa e come tela. Anche in momenti di difficoltà si è dimostrato in grado di trasformare la frustrazione in opere con una grandissima capacità comunicativa.
Ancora oggi vive nell’ombra, senza rivelare la sua identità, ma proprio dall’ombra, dai vicoli più bui, cerca di portare alla luce tematiche importantissime che vengono troppo spesso lasciate in secondo piano.
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