Di obsolescenza programmata si è già parlato durante i primi mesi dell’anno. Si tratta di una pratica pensata per definire il ciclo vitale di un prodotto, da parte dell’azienda che lo produce, nel caso specifico smartphone, in modo da renderlo meno performante dopo un certo periodo di tempo, spingendo così le vendite del nuovo modello.
Al riguardo anche l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato nel gennaio scorso ha deciso di avviare due istruttorie nei confronti di Apple e Samsung, per valutare eventuali violazioni del Codice del Consumo, proprio attraverso l’obsolescenza programmata dei dispositivi. Oggi è arrivata la decisione dell’AGCM, che a seguito delle indagini avviate nei mesi scorsi, ha deciso di applicare sanzioni da 10 milioni di euro per Apple e 5 milioni di euro per Samsung.
Attraverso il comunicato stampa diffuso dall’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, le istruttorie hanno accertato le pratiche commerciali scorrette adottate da Apple e Samsung, in violazione degli articoli 20,21,22,24 del Codice del Consumo. I due colossi hi-tech, secondo l’AGCM, avrebbero distribuito aggiornamenti firmware per alcuni modelli di smartphone che hanno provocato gravi malfunzionamenti e riduzione delle prestazioni, in modo da spingere i consumatori a sostituirli con nuovi modelli.
Per farlo, avrebbero spinto i consumatori ad effettuare il download degli aggiornamenti, senza informarli adeguatamente dei potenziali malfunzionamenti e senza possibilità di ripristinare le versioni precedenti.
Entrando nel dettagli, l’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, spiega:”In particolare, Samsung ha insistentemente proposto, dal maggio 2016, ai consumatori che avevano acquistato un Note 4 (immesso sul mercato nel settembre 2014) di procedere ad installare il nuovo firmware di Android denominato Marshmallow predisposto per il nuovo modello di telefono Note 7, senza informare dei gravi malfunzionamenti dovuti alle maggiori sollecitazioni dell’hardware e richiedendo, per le riparazioni fuori garanzia connesse a tali malfunzionamenti, un elevato costo di riparazione.
Quanto a Apple, essa ha insistentemente proposto, dal settembre 2016, ai possessori di vari modelli di iPhone 6 (6/6Plus e 6s/6sPlus rispettivamente immessi sul mercato nell’autunno del 2014 e 2015), di installare il nuovo sistema operativo iOS 10 sviluppato per il nuovo iPhone7, senza informare delle maggiori richieste di energia del nuovo sistema operativo e dei possibili inconvenienti – quali spegnimenti improvvisi – che tale installazione avrebbe potuto comportare. Per limitare tali problematiche, Apple ha rilasciato, nel febbraio 2017, un nuovo aggiornamento (iOS 10.2.1), senza tuttavia avvertire che la sua installazione avrebbe potuto ridurre la velocità di risposta e la funzionalità dei dispositivi. Inoltre, Apple non ha predisposto alcuna misura di assistenza per gli iPhone che avevano sperimentato problemi di funzionamento non coperti da garanzia legale, e solo nel dicembre 2017 ha previsto la possibilità di sostituire le batterie ad un prezzo scontato.
Nei confronti di Apple è stata altresì accertata una seconda condotta in violazione dell’art. 20 del Codice del Consumo in quanto la stessa, fino a dicembre 2017, non ha fornito ai consumatori adeguate informazioni circa alcune caratteristiche essenziali delle batterie al lito, quali la loro vita media e deteriorabilità, nonché circa le corrette procedure per mantenere, verificare e sostituire le batterie al fine di conservare la piena funzionalità dei dispositivi”.
AGCM ha quindi deciso di applicare una sanzione di 10 milioni di euro ad Apple per le due violazioni accertate, e 5 milioni di euro per Samsung. Si tratta, di fatto, delle prime sanzioni al mondo applicate in relazione all’obsolescenza programmata. Al tempo stesso l’Autorità impone ad Apple e Samsung di pubblicare sul proprio sito internet, in italiano, una dichiarazione che informi i consumatori della decisione presa dall’AGCM.
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