Sebbene, in Italia, i fondi destinati alla danza siano piuttosto limitati, il settore continua a registrare una crescita significativa, con un aumento evidente di scuole e strutture rivolte all’insegnamento della danza. Contestualmente alla crescita del numero delle scuole di danza, cresce anche quello relativo agli aspiranti ballerini, il cui numero si attesta intorno al milione e mezzo sul territorio italiano. Un milione e mezzo di atleti, la maggior parte dei quali è compresa tra i 5 e i 20 anni, per circa 17.000 strutture. L’esponenziale crescita delle scuole danza in Italia è da ricercarsi anche nelle difficoltà, che molti ballerini professionisti incontrano, di trovare uno sbocco professionale valido: ecco che, al vertice della loro carriera, tanti giovani ballerini si trovano costretti ad investire nell’apertura di strutture che offrano corsi di danza, nella speranza di trasformare la propria passione in una professione. Per quanto vi sia una forte concorrenza nel settore, va detto che la maggior parte delle scuole danza sono prive di regolamentazione: ciò significa che chiunque può aprire una scuola di danza e insegnare anche senza un titolo o un’abilitazione all’insegnamento.
Cosa deve fare dunque un ballerino per ottenere dallo Stato un titolo che lo abiliti all’insegnamento della danza?
Formazione artistica: come ottenere un titolo riconosciuto
L’unica qualifica che lo Stato riconosce ai ballerini ai fini dell’insegnamento viene rilasciata dall’Accademia Nazionale di Danza, l’unico Istituto di Alta Formazione Artistica di livello universitario riconosciuto tale con l’entrata in vigore della legge 508/99, la quale ha riformato il settore artistico/musicale in quanto prevede che il sistema di formazione artistica sia parallelo a quello universitario. In sintesi, si può affermare che l’unico percorso professionalizzante riconosciuto dallo Stato per la formazione di insegnanti e ballerini classici e contemporanei è quello dell’Accademia Nazionale di Danza: i costi sono più o meno gli stessi previsti dall’università pubblica, ovvero circa 1.000 euro annuali.
Il business delle scuole danza: i numeri
Ragguardevoli i numeri relativi ai maestri di danza, circa 25.000 in Italia, per un giro d’affari nel settore di circa 300 milioni di euro. In effetti, da uno studio è emerso che la danza è una delle attività predilette dagli italiani, basti pensare che circa il 15% della popolazione nostrana frequenta regolarmente dei corsi di danza. Il business è possibile, ma è anche indispensabile che i giovani ballerini che intendano aprire una scuola di danza conoscano bene ogni aspetto burocratico del progetto imprenditoriale. Dopotutto, la presenza di tante palestre e centri sportivi che oggi offrono corsi di danza ha già contribuito ad accrescere la concorrenza, ragione in più per ingegnarsi ed individuare una valido metodo per fare impresa nel settore.
Come aprire una scuola di danza
Avviare una scuola di danza, o di ballo più in generale è un progetto imprenditoriale il cui investimento economico varia principalmente in base alle dimensioni della sala da danza che si intende realizzare. Inizialmente, si può optare per l’allestimento di una sala danza di piccole dimensioni, di una cinquantina di metri quadrati circa, per la quale sarà sufficiente un investimento iniziale di 20.000 euro. Una sala destinata alle attività di danza dovrà essere caratterizzata da attrezzature ed arredi specifici:
- parquet
- sbarre da danza
- specchi a parete
- impianto stereo
- impianto di illuminazione
- impianto di insonorizzazione
- impianto di riscaldamento e condizionamento
Oltre all’allestimento della sala da danza, si dovrà provvedere anche agli aspetti che caratterizzano una struttura sportiva: i servizi igienici, le uscite di sicurezza, una segreteria e uno spogliatoio.
Chiaramente, più aumentano le dimensioni della struttura maggiori saranno anche i costi per l’apertura.
Gli aspetti che maggiormente gravano su un progetto del genere sono quelli che riguardano la burocrazia: le assicurazioni, i diritti Siae, la pulizia, le utenze, la retribuzione degli insegnanti e tutti i costi inerenti alla gestione.
Esiste però la possibilità di beneficiare di vantaggi fiscali, a seconda della formula giuridica che si sceglie: se si tratta di una piccola scuola, è possibile costituirla con la denominazione di associazione sportiva dilettantistica. Per costituire un’associazione sportiva dilettantistica è indispensabile:
- decidere gli obiettivi dell’associazione e l’attività sportiva da offrire,
- sono necessari almeno tre soci che formino il Consiglio Direttivo;
- predisporre un atto costitutivo ed uno statuto che contengano i requisiti richiesti dal Codice Civile, dalla legge fiscale (TUIR- testo unico delle imposte sui redditi) e dalla legge 289/2002, art. 90, che disciplina i requisiti delle associazioni sportive dilettantistiche.;
- registrazione dell’associazione presso l’Agenzia delle Entrate dove si dovrà richiedere il Codice Fiscale dell’associazione, pagare la tassa di registro, acquistare i bolli da applicare agli atti e presentare l’atto costitutivo e lo statuto in duplice copia;
- presentare la richiesta per l’iscrizione al registro della Federazione Sportiva Nazionale di riferimento;
- iscrizione dell’associazione al registro telematico del CONI per poter usufruire delle agevolazioni fiscali previste.
Seguendo il procedimento appena descritto, sarà possibile beneficiare delle agevolazioni previste dalla legge, a tutela dei soci e dell’associazione stessa.
Aprire una scuola di danza: link utili
In questo paragrafo vi forniamo dei link che speriamo vi siano di ausilio ai fini dell’apertura di un’associazione sportiva dilettantistica, nello specifico di una scuola di danza:
- Rivenditore attrezzatura danza: si tratta di una ditta molto nota in Italia per le forniture sportive. Sul sito dell’azienda si può reperire tutto l’occorrente per allestire una sala da danza, nonché consultare degli approfondimenti riguardanti questa disciplina, con suggerimenti e consigli tecnici di vario genere
- Guida pratica all’associazione sportiva dilettantistica come supporto per orientarsi tra i vari aspetti burocratici
- Testo legge n.508 del 21 dicembre 1999
per comprendere al meglio la riforma che regola il settore artistico/musicale
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