Aracnofobia… giustificata dai fatti, ma bisogna conoscere meglio chi vive intorno a noi

Paura, terrore dei ragni, una fobia condivisa da molti. Talvolta ingiustificata, sopratutto in Italia. Sono pochissime tra le diverse specie (ben 1534 individuate nel nostro territorio) quelle realmente pericolose. In molte è presente del veleno (non letale), definito neurotossico, che attacca il sistema nervoso, oppure che colpisce i tessuti. Nella maggior parte dei casi gli effetti degli eventuali morsi si manifestano con crampi, nausea e vomito, oppure con lacerazioni cutanee. Manifestazioni temporanee, che solo in alcuni, rari casi possono lasciare strascichi e talvolta danni permanenti a reni e fegato. Si tratta però di casi che si contano sulle punta delle dita e riguardano principalmente due specie: il ragno violino e la malmignatta,

 

Il Ragno violino o  Loxosceles Rufuscens  appartiene alla famiglia Sicariidae. Ha un corpo piccolo, dagli 8 ai 13 millimetri,  con le zampe lunghe e sottili può arrivare a 3-4 centimetri ed è riconoscibile per due particolarità fisiche. La prima, meno evidente, sono i sei occhi, raggruppati in tre coppie, la seconda è la forma del dorso, più scuro, che ricorda quella di un manico di violino che si estende verso l’addome. È proprio da questa peculiarità che l’aracnide prende il suo nome, quello di ragno violino. Il suo morso può essere molto pericoloso. Gli effetti variano da soggetto a soggetto (secondo la sensibilità al veleno) e ovviamente, dalla quantità di veleno iniettato. In questa tipologia di ragni, pur non essendo doloroso, il morso, nel giro di poche provoca un gonfiore e a fare male a causa delle tossine che provocano la necrosi dei tessuti colpiti, vere e proprie  ferite difficili a rimarginarsi.

La cronaca di questi giorni ci racconta di un fatto accaduto nel Cagliaritano, dove un uomo è morto a seguito – forse – delle conseguenze del morso di un Ragno Violino. Il forse è d’obbligo perché si devono conoscere gli esiti degli esami di rito e anche, determinare un quadro clinico dell’uomo deceduto. Questi, residente nel Capoluogo Sardo aveva 45 anni e lavorava alla riqualificazione di un’area dove edificare un’abitazione, ove trasferirsi con la sua famiglia. Il morso avvertito e denunciato è stato trattato, ma purtroppo, nei mesi successivi, non hanno portato ai miglioramenti sperati. C’è stato anche un Coma dal quale si era anche riavuto fino al decesso nello scorso week end.

Il Latrodectus tredecimguttatus, noto anche come malmignatta o vedova nera mediterranea, è un ragno appartenente alla famiglia Theridiidae e al genere Latrodectus. Viene comunemente definita come la “cugina della vedova nera”, anche se gli effetti del morso risultano più ridotti rispetto alla lontana, e famosissima, parente. Conosciuta come «argia» in Sardegna, il cui corpo è caratterizzato da 13 macchie rosse su sfondo nero.

Il morso può portare a conseguenze anche gravi per la salute, tra cui sudorazione, nausea, vomito, febbre, crampi addominali e perdita dei sensi. Più raramente, il veleno dell’aracnide può portare ad esiti letali.

A Vicenza, invece, presso un magazzino di Import all’apertura di una cassa proveniente dalla Corea, gli addetti alle operazioni di stivaggio della merce hanno fatto un incontro ravvicinato con una specie molto simile – anche per pericolosità – a una vedova nera, Steatoda Grossa. Questo è stato comunque catturato e non ha causato feriti. Ora si trova vivo e in buona salute, visibile presso il Museo della città Veneta. Altri casi sono stati segnalati,    Ad esempio  la Macrothele Calpeiana (il nome deriva appunto dalla regione del sud della Spagna), che assomiglia tantissimo ad un altro Ragno velenosissimo, arriva da qualche tempo,  anche da noi, attraverso le navi nell’importazione di piante da vivai stranieri dove proliferano specie che un tempo non erano presenti nel nostro territorio.

Anche i Ragni viaggiano e diventano sempre più cosmopoliti. In ogni caso c’è da ricordare – e vale per tutte le specie – che i ragni non attaccano mai, se non vengono attaccati/sfiorati/stuzzicati. Assumono, poco prima di sferrare l’attacco, una posizione rannicchiata (tipo molla), in quel caso meglio scappare… “altro che portafortuna”.

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