L’infedeltà, soprattutto quando si verifica all’interno di coppie sposate, anche da molti anni, non è certo un argomento nuovo, e di certo la diffusione sempre più capillare di internet, dei social network o dei portali web dedicati proprio agli incontri clandestini ha contribuito ad offrire ai potenziali traditori strumenti che rendono ancora più facile entrare in contatto con altre persone per organizzare possibili scappatelle e tradire quindi il partner. Quando si parla di tradimenti, è chiaro come entrino in gioco tutta una serie di elementi che spingono persone impegnate a trovare una “via di fuga” che possa portare alla nascita di nuove storie, e per perseguire l’obiettivo esiste senza dubbio una lista sterminata di possibili bugie e scuse, molte delle quali diventate persino dei classici. Ma a quanto pare, almeno stando ad una recente sentenza arrivata dalla Corte di Cassazione, i fedifraghi dovranno prestare maggiore attenzione rispetto al passato, in quanto fingere di essere single o divorziati per ingannare l’amante viene, di fatto, considerato un reato.
La sentenza numero 34800 arrivata dalla Cassazione si riferisce al caso di un uomo portato in tribunale dall’amante per averla ingannata per anni, affermando di essere divorziato e in attesa di ottenere l’annullamento del matrimonio ma, in realtà ancora sposato e persino in attesa di un figlio. Tutto sarebbe iniziato diversi anni fa, quando l’uomo si è innamorato di quella che in seguito sarebbe diventata l’amante, rivelando tuttavia di essere divorziato. Man mano che la relazione clandestina proseguiva diventando sempre più importante, l’uomo si è trovato a far fronte a richieste sempre più pressanti circa un futuro matrimonio, richieste che sono aumentate nel momento in cui l’uomo ha conosciuto anche la famiglia dell’amante e quest’ultima si è trovata persino ad aspettare un figlio.
L’uomo, che nel frattempo aveva persino iniziato a seguire un corso prematrimoniale con la donna, ha persino deciso di creare dei falsi documenti che attestassero l’annullamento del matrimonio, creati attraverso il suo PC. Ma con il passare del tempo l’amante si è insospettita, e dopo aver approfondito la questione ha scoperto che l’uomo non era affatto divorziatto, ma anzi continuava a vivere “serenamente” con la moglie, aspettando persino un figlio da lei. E’ scattato così l’inizio di una serie di scontri continui in tribunale il cui epilogo ha visto l’uomo condannato dalla Corte di Cassazione per aver mentito all’amante. Il reato contestato, tuttavia, non è quello di bigamia, ma sostituzione di persona, in quanto l’uomo si è attribuito un falso stato di libertà per intrattenere e mantenere un rapporto sentimentale.
In tema di tradimenti e rapporti di coppia, negli ultimi anni la Corte di Cassazione si è già espressa con sentenze che, ad esempio, hanno definito reato rubare il cellulare del partner per spiarlo o considerare molestie intervenire in un rapporto di coppia informando moglie o marito dell’amante dell’esistenza di una relazione extraconiugale.
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