Avrebbe compiuto 10 anni ad agosto, la piccola Maria Ungureanu ritrovata morta lunedì dentro una piscina in provincia di Benevento, completamente nuda. Al momento c’è un indagato, un connazionale rumeno della piccola, di 21 anni, per violenza sessuale su minori. Dopo aver rilasciato dettagliatamente tutti i suoi movimenti tra domenica e lunedì è stato rilasciato con avviso di garanzia notificato in mattinata dalla procura della Repubblica di Benevento che ha disposto anche il sequestro della sua abitazione, a poca distanza dalla chiesa di Maria Assunta, vicino a dove è stata vista viva la bimba per l’ultima volta.
“Non avrei mai potuto farle da male – ha detto alla presenza del suo avvocato -, per come era come se fosse una sorella“, così ha dichiarato il giovane la sua innocenza.
Le prime notizie che avevano fatto pensare che la bimba si era spogliata per fare un bagno e poi annegare nella piscina dell’agriturismo chiuso in quel momento sono state poi smentite. Infatti i vestiti non sono stati ritrovati ben piegati a bordo vasca come appreso inizialmente e ora sono sotto accertamento da parte degli investigatori.
I primi risultati sull’autopsia confermano la soluzione peggiore. La bambina è stata violentata ed è poi morta per asfissia da annegamento. La piccola non sapeva nuotare e sul corpo non sono stati trovati segni di colluttazione. Non è ancora chiarito se le violenze sono state effettuate prima della morte, ma risultano certamente recenti.
Secondo le dichiarazioni lasciate dal ragazzo avrebbe fatto compagnia alla bambina che conosceva bene, ma di averla poi lasciata dopo un giro in macchina (ora anche questa sotto sequestro) verso Telese Terme, vicino la Chiesa di San Salvatore.
“Se mia figlia è stata stuprata e uccisa chiedo una giustizia rapida“. Parla così Mario Ungureanu, il papà di Maria. “Credo nella giustizia italiana: se volessi farmi giustizia da solo finirei in galera lasciando sola mia moglie“.
Una famiglia giovane distrutta dal dolo, un padre che rivuole indietro sua figlia. La sua unica figlia.
“Lo conosco da due anni – dice Mario – e spesso ha frequentato la mia casa e spesso mangiava con noi. Per questo motivo, quando la notte scorsa nella caserma dei Carabinieri mi ha detto che domenica pomeriggio avrebbe voluto telefonare per avvisarmi che Maria, dopo la celebrazione della messa, era andata con lui a Telese, mi sono gelato. Se eri amico mio, gli ho detto, perché non l’hai fatto? Non hai pensato che fossi preoccupato? Ma come – continua Mario – sei andato a Telese quando la città era inaccessibile per una corsa podistica? A questa domanda lui mi ha risposto dicendo che è tornato subito lasciando Maria dove l’aveva presa“.
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