La sera di Natale, sempre più spesso, nelle cene di famiglia, invece dei servizi di porcellana e bicchieri di cristallo, si trovano dei decoratissimi e anche molto belli, piatti di plastica con relativi bicchieri, ma anche posate, dalle forme classiche, anche come flute da spumante. Tale costume si è andato diffondendo proprio per un concetto di “usa e getta” che si è impossessato della nostra Società. Piatti, bicchieri, posate, tovaglioli, ma anche tovaglie che a fine serata si gettano. Tutto molto comodo e bello. Tutto altamente inquinante. Vi ricordate quando si andava dall'”Alimentari” e si comprava lo stracchino. L’addetto prendeva il coltello e ne tagliava un pezzo. Lo avvolgeva nella carta alimentare, lo pesava e ce lo dava. Oggi, lo stracchino è diviso in pezzi, posto all’interno di una vaschetta in plastica. Questa è in una confezione sigillata in un foglio di carta plastificato. Non si capisce poi bene perché, la confezione sopra menzionata è poggiata su un piattino in polistirolo, avvolto nel cellophane. Quanta plastica per due etti di stracchino? Troppa.
Sempre a Natale i nostri addobbi i nostri alberi, sono per la maggior parte finti. Un insieme di ferro ricoperto e fili d’erba finta a formare gli abeti. Tanta plastica o carta plastificata, lucida e rifinitissima. Da un lato – l’animo ecologista e verde – spinge ad acquistare questi alberi decorativi proprio per salvare i boschi ed evitare che gli stessi siano smantellati per prendere piante (quasi sempre senza radici) destinate a morire. Poi però questi pensieri sono stati sfatati da alcuni fatti a cui non si pensava.
Un albero vero inquina dieci volte meno di uno artificiale: un albero artificiale di circa 1,90 mt ha un’impronta di carbonio equivalente a circa 40 chili di emissioni di gas serra, che è più di 10 volte quello di un albero vero utilizzato dopo le feste come pellet per combustibile.
Abeti e pini non sono piante in via di estinzione. Inoltre, la maggior parte di essi è coltivata in vivai e per ogni pianta venduta se ne coltivano altrettante. Chi ha un giardino, può permettersi di ripiantarlo, assottigliando o addirittura azzerando le emissioni causate dalla coltivazione e distribuzione. Un albero finto può contenere piombo. Un albero finto, per essere più sostenibile di un albero vero, necessita di essere usato per almeno 20 anni.
Non solo, i più pigri o restii potranno obiettare che spesso gli alberi di Natale veri perdono gli aghi molto velocemente, sporcando case e appartamenti, dove spesso vengono allestiti, ma emettono un buonissimo profumo.
La scelta di un albero Naturale (con radici) potrebbe essere l’opzione più ecologista anche se l’albero, tenuto bene nel periodo natalizio, fosse poi destinato (come spesso accade) a rimboschire ville e spazi verdi secondo calendari definiti dalle amministrazioni locali. L’albero va tenuto al fresco, fino ad allestimento, va comunque annaffiato e tenuto lontano dalle fonti di calore.
La battaglia estetica e naturalistica si è spostata anche nell’immagine data nelle nostre principali città. Milano /Roma, a Natale. Hanno optato per due soluzioni differenti. Milano ha scelto una bellissima struttura in metallo che è stata poi ricoperta da migliaia di lampadine colorate, Roma con un albero Vero donato da uno sponsor.
Tornando alle stoviglie e suppellettili, presto, potremo dire invece addio a piatti bicchieri e posate di plastica. La Commissione Europea sembra voler dare una sterzata alla produzione di rifiuti ed alla raccolta differenziata inserendo questa ed altre misure nella direttiva sulla riduzione dell’inquinamento da plastica.
Non è l’unica novità. Si vuole dare un segnale e l’input decisivo alla riduzione dei recipienti usa e getta per alimenti. Aumentare le imposte ai produttori degli imballaggi relativamente allo smaltimento ecologico di quanto costruito, potrebbe disincentivare tale utilizzo, verso una conversione “green”. Al contempo, tutta una serie di posate e piatti usa e getta in plastica, saranno vietati così come: cotton fioc, cannucce, Questi prodotti potranno esistere se costruiti in maniera differente.
La Plastica è un prodotto “bellissimo”. Se ne è abusato. Si è usato male. E’ arrivato il momento di riconvertirci ad un uso intelligente, di una risorsa che per caratteristiche costruttive (e sue varietà) e utilizzi, è davvero unica.
Il suo recupero e riutilizzo ecologico, dovrebbe essere la nuova sfida. La plastica è un bene prezioso. Ha tante variabili per i vari e differenti utilizzi. A parte i prodotti a consumo, le plastiche sono prodotti importantissimi per l’uomo.
E’ però ora giunto il momento di riscoprire la nostra anima ecologica e reinserire materie prime (carta e legno), pensare al recupero di tutto ciò che inquina i nostri mari, fiumi laghi e che troppo spesso brucia nell’aria e riutilizzarlo per il bene dei consumatori, ma anche degli altri esseri viventi sul pianeta. La plastica deve diventare fonte di energia e non un rifiuto
Si può cominciare intanto, dopo le festività, portando il nostro abete in qualche villa….
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