E’ da più di 10 anni ormai che i social network considerati tra i più conosciuti dal pubblico della rete, Facebook e Twitter, sono entrati a far parte delle nostre vite, e il successo di queste piattaforme è dato non solo dalle enormi opportunità che offrono, fornendo l’accesso ad un modo istantaneo per comunicare con altre persone e condividere contenuti personali ed esperienze di vita, ma anche, e forse soprattutto, per la semplicità con cui chiunque, può registrarsi inserendo i propri dati per iniziare a comunicare nel giro di pochissimi minuti.
E se in larga parte i social network hanno cambiato in meglio il modo in cui le persone interagiscono tra loro in rete, l’altra faccia della medaglia è che queste piattaforme possono essere sfruttate da malintenzionati per scopi tutt’altro che innocenti. Ed è quanto accaduto di recente a Biella, dove un uomo è stato arrestato per aver utilizzato Facebook con l’intento di adescare ragazzine promettendo regali in cambio di sesso.
Quanto avvenuto a Biella vede protagonista un uomo di 49 anni, disoccupato e che vive con il padre, responsabile di aver sfruttato la rete per adescare alcune minorenni online per del sesso sadomaso, promettendo in cambio regali di varia natura, da sigarette a ricariche telefoniche e altri oggetti.
Secondo quanto emerso dalle indagini condotte dal Compartimento della Polizia Postale del Piemonte con la collaborazione della C.N.C.P.O. del Servizio di Polizia Postale e delle Comunicazioni, l’uomo aveva creato un profilo falso su Facebook dove si fingeva una minorenne per attirare ragazzine e, dopo aver preso confidenza con le giovani, svelava la sua vera identità, dando appuntamento alle ragazzine e chiedendo sesso sadomaso in cambio di regali. Alcuni appuntamenti sarebbero avvenuti in un centro commerciale, mentre i rapporti sessuali sarebbero stati consumati in campagna, all’interno di un’auto o nei pressi di un cavalcavia.
Le indagini sono state avviate dalla Polizia in seguito alla denuncia dei genitori di una delle ragazzine che hanno scoperto alcune conversazioni particolarmente esplicite che vedevano protagonista la figlia e l’uomo di 49 anni. Dopo gli accertamenti, le indagini si sono concluse con l’arresto dell’uomo, accusato di sfruttamento della prostituzione minorile e con il sequestro del computer e degli hard disk trovati a casa del 49enne, contenenti prove delle attività illecite e materiale pedopornografico.
Ciò che emerge da questo nuovo fatto, mette ancora una volta in evidenza il numero sempre più consistente di casi del genere che vedono strumenti come i social network sfruttati da pedofili e malintenzionati per contattare minorenni, in modo molto semplice, veloce ma alquanto inquietante, e allo stesso tempo il proliferare di un fenomeno pericoloso che vede giovani appena adolescenti che vedono il sesso come una merce di scambio per ottenere regali di poco conto.
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