Può accadere in alcune occasioni che si verifichino casi in cui delle bollette per i consumi dell’energia elettrica, del gas o dell’acqua non vengano pagate per i motivi più disparati, oppure che vengano effettuati, dai vari operatori, dei conguagli anche molti anni dopo, per richiedere un pagamento non pervenuto. In questi casi la questione può diventare molto complicata.
Ed è proprio qui che può entrare in vigore la prescrizione, il periodo di tempo oltre il quale un’azienda non può riscuotere il pagamento di una bolletta non pagata. Ebbene proprio in questi giorni, grazie ad un emendamento del decreto bilancio approvato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, sono stati ridotti i termini di prescrizione, un provvedimento che riguarderà non solo le piccole imprese, ma anche le utenze domestiche.
Si tratta di un provvedimento importante che incontra le esigenze dei consumatori, in determinati casi, e che si applica non solo alle bollette dell’energia elettrica e del gas, ma anche dell’acqua. Fino ad oggi i termini di prescrizione per le bollette non pagate erano di cinque anni, ma con il nuovo emendamento questi tempi sono stati ridotti per le utenze domestiche e le piccole imprese, di tre anni. Questo significa che adesso gli operatori potranno riscuotere bollette non pagate entro un massimo di due anni.
L’emendamento riguarda non solo le utenze domestiche e le imprese, ma anche i rapporti tra fornitore e venditore, operatori del trasporto e altri soggetti, ma solo per quanto riguarda luce e gas. Per il sistema idrico, invece, la riduzione della prescrizione si applica esclusivamente a utenti e piccole imprese.
La prescrizione di due anni per le bollette della luce entrerà in vigore a partire dal marzo 2018, mentre per il gas a partire da gennaio 2019. Per quanto riguarda le bollette dell’acqua, i nuovi termini arriveranno a partire da gennaio 2020. L’Autorità per l’energia elettrica, gas e sistema idrico avrà adesso a disposizione due mesi per implementare le nuove tempistiche nei tempi di fatturazione adeguandosi al nuovo provvedimento.
In base al nuovo emendamento del decreto bilancio, è prevista la sospensione del pagamento quelle fatture relative a conguagli che si riferiscono a periodi maggiori di due anni, ma esclusivamente nel caso in cui l’Autorità per la concorrenza abbia avviato un procedimento per accertare eventuali violazioni del codice del consumo riferite all’emissione di fatture e conguagli e al rilevamento dei consumi.
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