Il 1° gennaio 2021, tra le universali speranze di rinascita e i desideri di riappropriazione della propria concezione di normalità, si è attivata una scelta politica destinata a produrre effetti certi e senz’altro concreti, ovvero quella dell’uscita da parte del Regno Unito dal mercato unico europeo. La data di uscita dall’Unione Europea del Regno Unito ha avuto luogo poco meno di un anno fa, il 30 gennaio 2020, dopo un negoziato durato più di due anni, con la concretizzazione di tale uscita prevista proprio per lo scadere del 2020.
L’uscita brusca e priva di accordi commerciali è stata evitata per una questione di giorni. È arrivata solamente il 24 dicembre 2020 l’intesa tra il Regno Unito e l’Unione Europea sui rapporti economici che regolano i due, ormai distinti, blocchi economici.
Il piano è organizzato su tre pilastri essenziali: un accordo di free trade, che prevede la non apposizione di tariffe suppletive o limiti al valore monetario e alla quantità di import/export negli scambi tra l’UE e Regno Unito, una regolamentazione dei diritti esercitabili da cittadini UE nel Regno Unito e viceversa e infine la possibilità di partecipare a progetti, economici e non, destinati ai paesi europei nel periodo 2021-2027.
Il secondo pilastro è invece quello che regola il coordinamento giudiziale. Denominato Trade and Cooperation Agreement, riconosce la necessità di cooperare per le comuni battaglie contro i crimini transfrontalieri e contro il terrorismo. I nuovi piani di collegamento senz’altro diminuiranno, ma di certo non interromperanno del tutto il trasferimento di cittadini europei nel Regno Unito e viceversa. È naturale che per tal motivo un principio di intesa sull’applicazione delle norme di legge procedurali da applicare.
Il terzo ed ultimo pilastro è invece costituito dall’accordo sulla Governance. Quest’ultima categoria nel piano contempla la serie di norme che regolano i diritti di imprese, consumatori e cittadini. Viene inoltre istituita una commissione appositamente incaricata di sorvegliare la legittimità dei comportamenti di UE e Regno Unito e il rispetto delle norme contenute nell’accordo medesimo.
Ad ogni modo, si apre un periodo di estrema incertezza per il Regno Unito, un vero e proprio “salto nel vuoto”, che il premier Boris Johnson ha descritto come un momento di libertà. In particolare, viene descritto un “momento incredibile” per la nazione, ma la verità è che vi sono molte aree che salutano l’avvenire con terrore. Tra tutte, il settore dei servizi finanziari, fondamentale soprattutto per la capitale e quello dei lavoratori autonomi si trovano da mesi in profonda crisi.
In aggiunta, un nuovo lockdown proprio in questi momenti colpisce l’isola britannica, dopo una giornata in cui il bilancio legge 60.000 nuovi casi. La campagna di vaccinazione procede stabile, ma i numeri non accennano a calare. Va aggiunto anche il fatto che la Scozia ha manifestato l’intenzione a ritornare sul proprio accordo, esprimendo l’intenzione di tornare al più presto a far parte del Mercato Unico Europeo.
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