Pochi giorni fa abbiamo parlato di “mobilità condivisa“ e della evidente crescita che questo modello di business legato alla mobilità sta registrando anche in Italia, dove realtà come il car sharing sta conquistando l’interesse crescente di nuovi clienti con oltre 1 milione di persone che si affida ai servizi disponibili per muoversi in città. L’obiettivo della sharing mobility è quello di rivoluzionare il trasporto urbano fornendo a milioni di persone l’accesso a piattaforme che rendano ancora più semplice e conveniente muoversi senza possedere un’auto di proprietà, a beneficio del traffico e dell’ambiente.
Ed è proprio in linea con questa strategia che arriva una conferma che da tempo si attendeva. Si tratta dell’accordo raggiunto da due dei principali produttori tedeschi di automobili, Daimler e BMW, che hanno deciso di unire i propri sforzi per dare vita ad un colosso del car sharing che unirà all’interno di una sola piattaforma i servizi forniti da Car2Go e DriveNow.
Già da qualche tempo erano trapelate indiscrezioni riguardo questa fusione. A dimostrazione di ciò, non a caso, BMW aveva acquisito il 50% del suo servizio DriveNow controllato da Sixt e allo stesso modo Daimler aveva raggiunto un accordo con la società Europcar per acquisire l’altro 25% che le mancava di Car2Go. In questo modo entrambe le case automobilistiche erano entrate in possesso dell’intera proprietà delle due rispettive piattaforme di car sharing.
Il prossimo passo è stato annunciato in questi giorni e prevede la fusione delle due piattaforme con la nascita di una joint venture che unirà Car2Go e DriveNow all’interno di un unico servizio, che potrà quindi contare su oltre 4 milioni di clienti e oltre 20.000 auto. La nuova realtà non si occuperà solo di car sharing, ma fornirà anche servizi per prenotare taxi, caricare auto elettriche e trovare parcheggi.
L’intento delle due società appare chiaro. Collaborare per creare un unico colosso tedesco del car sharing permetterà a BMW e Daimler di essere più competitive in un mercato, come quello della sharing mobility, molto competitivo e in costante evoluzione, dividendo i costi per la fornitura dei servizi e offrendo una piattaforma che consenta a milioni di persone di muoversi più facilmente. Questa partnership, inoltre, potrebbe aprire la strada al lancio del servizio in nuovi mercati, segnando una espansione globale in risposta a concorrenti come Uber, e non solo.
Ma intanto è necessario attendere la risposta delle autorità di controllo, che dovranno esprimersi sulla fusione.
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