Il sovraffollamento delle carceri è ormai da molti anni a questa parte uno dei problemi che affligge il nostro paese e che si traduce in strutture di detenzione piene di detenuti che si ripercuote sulla vita degli stessi e sulla gestione, creando un problema che ha visto il nostro paese già condannato dalla Corte Europea dei diritti dell’uomo per aver costretto i detenuti a vivere in condizioni tutt’altro che semplici.
Uno dei provvedimenti che in diverse occasioni è stato adottato per affrontare questo fenomeno, oltre agli indulti, che non sempre hanno avuto conseguenze positive, è la depenalizzazione di quei reati considerati meno gravi, per ridurre il numero di persone destinati alla detenzione. Ed è proprio per via della depenalizzazione che una recente sentenza della Corte di Cassazione, ha deciso che masturbarsi in pubblico non è più considerato un reato punibile con il carcere.
Tralasciando le solite polemiche che la sentenza ha già provocato, e su cui certo si tornerà a discutere, è importante sottolineare come la Corte di Cassazione abbia semplicemente applicato la legge, applicando quanto previsto dal decreto legislativo n.8 del 2016 che ha depenalizzato l’atto osceno in luogo pubblico sostituendo la detenzione da tre mesi a tre anni con una sanzione amministrativa che può variare da €5000 a €30,000.
Il fatto è avvenuto alcuni anni fa a Catania, dove un uomo è stato arrestato dopo aver praticato autoerotismo nei pressi della Cittadella Universitaria. L’accusa nei confronti del 69enne è che si sarebbe masturbato volutamente di fronte alle studentesse che passavano da quelle parti. In primo e secondo grado, il tribunale di Catania ha ritenuto l’uomo colpevole di atti osceni condannandolo a 3 mesi di reclusione sostituiti da una multa di €3420. Il 69enne ha però deciso di ricorrere in Cassazione difendendosi dalle accuse e affermando che il fatto, definito solo occasionale, sarebbe avvenuto dopo il tramonto e la scelta di una strada vicina alla cittadella universitaria sarebbe stata una coincidenza che nulla aveva a che fare con il passaggio delle studentesse. La Corte di Cassazione ha quindi applicato il decreto di depenalizzazione degli atti osceni in luogo pubblico, approvato nel gennaio 2016, in quanto si applicherebbe anche ai fatti avvenuti precedentemente all’approvazione del decreto.
L’uomo, accusato quindi di essersi masturbato in un luogo pubblico, di fronte ad alcune studentesse, non avrà quindi conseguenze penali, ma dovrà comunque pagare una multa che potrà variate da €5000 a €30,000. Per quanto riguarda la depenalizzazione, è importante ricordare come, in base alla legge vigente, questa riguardi l’atto osceno in luogo pubblico, esclusivamente nel caso in cui non ci si trovi in presenza o nelle immediate vicinanze di luoghi generalmente frequentati da minori. In questo caso, infatti, continua ad essere prevista la reclusione che può variare da quattro mesi fino a quattro anni e sei mesi.
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