Nelle giornate di lunedì 17 e martedì 18 maggio circa 8.000 migranti hanno raggiunto Ceuta, enclave spagnola in Marocco. La Spagna ha rimpatriato circa la metà dei migranti, dopo aver schierato l’esercito, ma la tensione sulla crisi migratoria sembra avere radici più profonde.
In un breve lasso di tempo, tra lunedì e martedì, circa 8.000 migranti di cui 1.500 bambini sono arrivati a Ceuta, enclave spagnola in Marocco. La Spagna ha reagito con estrema fermezza, inviando l’esercito e provvedendo immediatamente al rimpatrio dei migranti. Questa crisi migratoria, tuttavia, sembra essere la prova di una tensione più profonda tra Spagna e Marocco, come si evince anche dalla reazione dell’Ue: “l’Unione Europa non si lascerà intimidire da nessuno sui migranti, l’Europa non sarà vittima di tattiche”, ha esclamato il vicepresidente della Commissione Europea Margaritis Schinas.
Cosa è accaduto a Ceuta
La città autonoma spagnola di Ceuta, situata sulla costa settentrionale del Marocco, rappresenta una zona particolare per quanto riguarda la questione dei migranti. Secondo alcuni, infatti questa città rappresenterebbe un punto di confine con l’Unione Europea. Le autorità spagnole hanno da sempre cercato di controllare in modo severo i flussi migratori, con barriere fisiche ma anche con l’aiuto delle autorità e delle forze di polizia marocchine. Tra lunedì e martedì, 8.000 migranti sono riusciti a oltrepassare le barriere grazie anche al venir meno del controllo delle autorità del Marocco, fatto che ha creato non poche perplessità nel governo spagnolo.
La Spagna ha reagito da subito in modo fermo, provvedendo a rimpatriare circa la metà dei migranti anche con l’aiuto delle forze dell’ordine spagnole intervenute sul posto. Le parole di Pedro Sanchez, premier spagnolo, dimostrano la linea dura adottata dal governo: “Voglio comunicare agli spagnoli che ristabiliremo l’ordine con la massima celerità. Saremo fermi di fronte a qualsiasi sfida. L’integrità di Ceuta come parte della nazione spagnola sarà garantita dal governo con tutti i mezzi disponibili”.
Proprio nelle ultime ore la situazione sembra essersi normalizzata, anche con il ripristino delle operazioni di controllo delle autorità marocchine.
La crisi migratoria come segno di crisi diplomatica tra Spagna e Marocco
“L’Europa non si farà intimidire da nessuno, non sarà vittima di strategie“, sono queste le parole di Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione europea, il quale ha assicurato al governo spagnolo che la Commissione europea “farà tutto quello di cui la Spagna avrà bisogno per aiutarla nella gestione della frontiera a Ceuta e Melilla. Abbiamo mezzi a disposizione di tutti gli Stati membri”.
La posizione assunta dall’Unione Europa lascia intuire che dietro all’arrivo dei migranti a Ceuta si celano tensioni ben più profonde. In particolare, dietro questo episodio sembra esserci una crisi diplomatica tra Spagna e Marocco che intercorre da alcuni mesi.
Al centro della tensione vi sarebbe Brahim Ghali, leader del Fronte Polisario per l’indipendenza del Sahara Occidentale, apertamente ostile alle autorità marocchine, e ricoverato in Spagna a causa Covid. Sarebbe stato proprio il ricovero di Ghali in Spagna ad incrinare le relazioni diplomatiche tra i due paesi e a far crescere i contrasti.
La ministra degli Esteri spagnola González Laya riguardo all’accoglienza di Brahim Gali, ha dichiarato: “Non l’abbiamo mai visto come un attacco”. Ma allo stesso tempo, il ministro marocchino per i diritti umani, Mustafá Ramid, ha confessato che la Spagna “sapeva che il prezzo per sottovalutare il Marocco sarebbe stato alto”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.