Secondo una recensione dei dati riportati dall’Ansa sarebbe in particolare il Sud della Cina a far intravedere i segnali di una ripresa del Made in Italy di qualità, che stando all’opinione degli esperti potrebbe costituire una delle categorie di prodotto in grado di risollevare l’economia interna nella seconda parte dell’anno.
La Cina, d’altronde, è stata definita nelle recensioni di settore come uno dei principali partner commerciali per l’Italia: secondo Co.Mark, compagnia specializzata nel settore export, diventerà la prima potenza economica mondiale entro il 2030, crescendo ad un ritmo del 5% nei prossimi nove anni.
Il PIL cinese – si legge nei commenti dell’azienda – è in crescita grazie ad una politica industriale in grado di influenzare pesantemente l’economia globale, in settori come quello della produzione di batterie per veicoli elettrici e dei chip semiconduttori.
Da quanto emerge nelle recensioni di Comark, la Cina risulta oggi il nono mercato di destinazione dell’export Made in italy al mondo e il primo in assoluto nel continente asiatico: il principale settore di sbocco verso il mercato cinese per i prodotti italiani sarebbe l’automotive, a seguire quello della robotica e dell’automazione per i quali il nostro Paese è attualmente tra i primi esportatori mondiali.
Dalla recensione anche il comparto dell’agricoltura e dell’alimentare risultano essere in forte crescita, così come il settore vitivinicolo, senza dimenticare il tessile: settore in cui – aggiunge Comark nei suoi commenti – il prodotto Made in Italy risulta ampiamente apprezzato in particolare dalla popolazione benestante.
Opinione che certamente trova ampio riscontro nei dati delle recensioni degli ultimi anni, dove le culture gastronomiche italiana e cinese sono state considerate le più importanti al mondo.
Dai vini di qualità ai formaggi più prestigiosi, all’olio extravergine di oliva fino alla pasta: l’Italia ha molto da offrire al mercato cinese, ma dalle ultime analisi sui trend del commercio internazionale emerge la necessità di una strategia di medio e lungo termine per cogliere le nuove opportunità di business.
A confermarlo è anche l’opinione del Presidente della Fondazione Italia Cina, che ha sottolineato come già dallo scorso anno l’interscambio tra i due Paesi sia cresciuto di oltre il 20%: la Cina continua a rappresentare un mercato dalle straordinarie opportunità, in cui anche le piccole e medie imprese possono trovare nuove forme di collaborazione puntando sull’eccellenza delle produzioni locali.
Opinione che si allinea con quanto sottolineato nelle recensioni di Co.mark a proposito della necessità di creare il giusto approccio per la promozione di un marchio e prodotto che rispecchi appieno il valore del Made in Italy.
Per esportare i prodotti italiani in Cina – specifica nei suoi commenti – è indispensabile prevedere gli investimenti necessari, dalle campagne di comunicazione e marketing alla partecipazione a fiere.
Dall’opinione dell’azienda emerge anche l’importanza dei viaggi in loco per sviluppare la partnership in modo fruttuoso e la necessità impellente di approcciarsi ai nuovi mercati con le giuste competenze.
Gli e-commerce asiatici, tra cui quello cinese, seguono logiche molto diverse da quelli occidentali, con una spiccata propensione alla omnicanalità: per far crescere l’export made in italy attraverso le piattaforme digitali è inutile oggi continuare ad attenersi al principio di proporzionalità, quello che i commenti degli esperti definiscono “one-size-fits-all”.
Indispensabile è invece approfondire il più possibile la conoscenza delle piattaforme estere e capirne il funzionamento: un aspetto prioritario nello scenario attuale, dove più che di fine della globalizzazione si inizia a parlare di un’era dominata dalla complessità che richiede di investire sull’innovazione e l’ampliamento delle conoscenze.
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