Quando acquistiamo su siti dove si vendono prodotti usati ma soprattutto in vendita da privati, la paura della cosiddetta fregatura è sempre presente. L’errore è pensare però che si possa incappare nella truffa solo nel momento in cui noi siamo gli acquirenti. Paura di comprare prodotti scadenti, rotti, danneggiati o che comunque non rispecchino quanto dichiarato dal venditore. Paura di non ricevere mai quanto acquistato a distanza o di ricevere qualcosa di non richiesto e vedere scomparire di punto in bianco il nostro committente. Queste, è vero, sono tutte cose che possono accadere ma non dobbiamo pensare di stare al sicuro se a vendere siamo noi.
Infatti sta dilagando una truffa su Subito ma anche su altri siti di compravendita tra privati che effettivamente è facile da non individuare: vieni contattato da un normale utente interessato a quanto vendi, ti chiede un contatto whatsapp e poi successivamente di avere altre foto del prodotto. Normalmente non contesta neanche di un centesimo il prezzo di vendita e poi, avvisando che si trova all’estero per qualsiasi motivo chiede di poter acquistare attraverso bonifico. “Forte” siamo portati a pensare, vedendo come l’acquirenti si fidi di noi tanto da pagare in anticipo il prodotto, senza vederlo e prima ancora di riceverlo.
Le cose che devono fare insospettire è il messaggio scritto in un italiano improbabile e il contatto successivo via messaggistica, esterna al sito di vendita, con un prefisso internazionale. La truffa può essere facilmente scoperta se si sta vendendo ad esempio una cucina (spedirla all’estero non può essere certamente vantaggiosa per chi compra!!!!), ma può passare inosservata se stiamo vendendo qualcosa di piccolo e di facile spedizione.
Nel caso di accettazione della transazione il finto cliente vi chiederà di sbloccare il bonifico che per qualche motivo estero non riesce a partire. Generalmente si tratta di “clienti” che dicono di stare o vivere in Costa D’avorio, Nigeria o Marocco. Per poter andare avanti ed avere i soldi bisogna pagare una tassa pari ad una percentuale del bonifico, che ovviamente deve fare il venditore. La tassa dovrà essere pagata con dei sistemi non tracciabili come Western Union o MoneyGram.
Per chi mastica anche solo poco di compravendita online, questa via non è sicuramente percorribile e così l’acquirente farà di tutto per convincere a portare avanti la transazione: dal rimborso della tassa che vi sta facendo pagare, l’invio di una fantomatica email ricevuta da un funzionario della Costa D’Avorio che conferma quanto detto fino a questo momento…
Attenzione quindi a non fornire mai informazioni sul conto corrente. I campanelli di allarme sono:
- contatti da normali utenti che però, oltre a scrivere male in italiano, chiedono un contatto esterno al sito senza voler nessun dettaglio prima sull’oggetto in vendita.
- La richiesta del pagamento della tassa per sbloccare il bonifico e la modalità per farlo, ossia Western Union oppure MoneyGram, così da non poter risalire a chi ritira i soldi
Se dovesse capitare anche a voi non sitate a bloccare l’utente e a segnalarlo ma soprattutto ricordate, quando è troppo bello per essere vero di sicuro c’è qualcosa dietro!
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