Ha fatto molto scalpore nei giorni precedenti le parole fuori dal coro del critico d’arte e parlamentare Vittorio Sgarbi. Difatti, sulla stessa lunghezza d’onda del giornalista Nicola Porro (lui però costretto alla quarantena forzata in quanto contagiato dal Coronavirus, seppur in ottime condizioni) ha espresso forte disappunto nei confronti delle forti restrizioni della libertà imposte dalla legislazione degli scorsi 10 giorni.
Già dopo la chiusura delle “zone rosse” nel lodigiano si era detto assolutamente non convinto della necessità di misure così restrittive, paragonando, come spesso si sente, il Coronavirus ad un’influenza stagionale. Il critico ha sostanzialmente deciso di avallare la tesi anti-allarmista della virologa dell’ospedale Sacco di Milano, Maria Rita Gismondo, molto presente in televisione in questi giorni, che considera esagerata l’apprensione generale da Coronavirus.
Le sue perplessità si sono poi tramutate in parole estremamente dure contro il governo e Giuseppe Conte, reo a parere di Sgarbi di star danneggiando in maniera irreparabile l’economia italiana, forzando i negozianti e le imprese a chiudere senza garantirgli una copertura, semplicemente privandole della clientela, costretta a casa dalla quarantena. Le sue parole sono state poi tradotte in un appello su Facebook.
Nel video, impossibile da allegare in quanto eliminato dalla piattaforma (probabilmente perché violava gli standard della comunità in materia di fake news), Vittorio Sgarbi intimava ai suoi follower ad uscire di casa ed a vivere la propria vita liberamente, non curandosi delle disposizioni governative e regionali.
Parole che ai più sono sembrate fuori dal mondo e derivanti dalla presunta voglia ossessiva di Sgarbi di dire qualcosa di scorretto continuamente per poter attirare l’attenzione. Specialmente in questo momento dove i grandi protagonisti, oltre che i grandi esperti, infettivologi, dottori e primari, sono i rappresentanti del Governo e delle autorità: Borrelli, capo della Protezione Civile, i governatori di Lombardia e Veneto Fontana e Zaia, oltre che ovviamente il presidente del Consiglio Conte.
Alcuni però non sottovalutano il rischio di parole come queste. Ad esempio, l’associazione di scienziati Patto Trasversale per la Scienza, composta da massimi esperti di vari settori, tra cui uno dei fondatori, il virologo Roberto Burioni (il primo a dare l’allarme sui rischi del Coronavirus, fin dalle prime settimane di gennaio) del San Raffaele di Milano, ha chiesto le dimissioni di Sgarbi dalla prestigiosa presidenza del Museo d’arte moderna di Trento e Rovereto.
Oltre a ciò, è stato presentato in procura un esposto da parte della stessa associazione contro il parlamentare. Di seguito la dichiarazione di Patto Trasversale per la Scienza:
“Oggi, 14 marzo, abbiamo presentato un esposto penale contro Vittorio Sgarbi per le gravi affermazioni, fatte nel video del 9 marzo scorso pubblicato sul profilo Facebook (ora cancellato) e sul suo canale YouTube, sulla diffusione del virus SARS-CoV-2 e della malattia Covid-19“
A finire sotto accusa sono i dubbi di Sgarbi sulla velocità del contagio, a parer suo considerata esagerata. Sono state considerate lesive per l’interesse della collettività anche le proposte dei rimedi: tè caldo “perché a 26 gradi il virus muore”, un’affermazione priva di qualsivoglia fondamento scientifico.
Neanche in questo momento di crisi sembrano potersi placare le polemiche interne, in una crisi che pian piano assume in maniera inquietante i tratti di una faida politica ed una prova di sopravvivenza per l’attuale esecutivo. Una politicizzazione del problema testimoniata anche dall’hashtag usato da Sgarbi: #strategiadellatensione. Una frase che in Italia non può che far affiorare brutti ricordi.
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