Coronavirus, l’Imperial College lavora per il vaccino

L’emergenza correlata al diffondersi del Coronavirus sta coinvolgendo sempre più stati del continente europeo. Infatti, pur rimanendo ben lontane dai numeri registrati in Italia, anche altre nazioni sono ora costretti a fare i conti con questo problema, tra le quali anche l’Inghilterra, i cui media il 7 marzo scorso hanno riportato la notizia del secondo decesso causato dal virus all’interno del proprio territorio.

Si tratta, secondo un servizio della BBC News, di un anziano che aveva da poco raggiunto gli 80 anni e che già prima del contagio versava in condizioni di salute non ottimali. La prima vittima era una signora ultrasettantenne, la quale a sua volta soffriva di diversi disturbi fisici non riconducili alla contrazione del Coronavirus.

Nel Regno Unito si contano centinaia di casi accertati di contagio, il che è bastato per allarmare il Governo e spingerlo ad adottare le prime misure di prevenzione e contenimento. La più inconsueta e particolare tra queste è  stata sicuramente il divieto imposto ai calciatori militanti nei campionati inglesi di stringere la mano agli avversari al momento dell’ingresso in campo prima dell’inizio della partita. Tuttavia ora, in seguito ad una decisione congiunta tra Football Association e società, anche i campionati inglesi si fermeranno almeno fino al 3 aprile.

Ad ogni modo, per quanto “the handshakes ban” potesse sembrare ridicola e inutile, quella decisione rientrava sicuramente nel diktat generale di evitare, per quanto possibile, i contatti fisici con le altre persone.

Aldilà di questo aneddoto, l’Inghilterra, grazie alla propria comunità scientifica, è scesa con forza in campo per trovare una soluzione molto più concreta e soddisfacente. Infatti, ricollegandoci ancora una volta al già citato servizio della BBC, gli esperti del laboratorio situato presso l’Imperial College di Londra stanno lavorando instancabilmente per produrre finalmente il tanto agognato vaccino anti-Coronavirus.

Alcuni prototipi di vaccino sono già conservati all’interno della struttura del College londinese, tuttavia ciò non significa che questi siano già pronti alla distribuzione e all’utilizzo. Difatti, i campioni in questione dovranno essere prima testati sugli animali e, soltanto successivamente e con molte accortezze, su alcuni soggetti umani, al fine di accertarne la sicurezza e l’efficacia.

Secondo l’autorevole opinione del Consulente Scientifico Capo Patrick Vallance, coloro che si stanno occupando della scoperta del vaccino stanno effettuando un lavoro encomiabile per impegno e qualità. Questo però non deve illudere e creare false illusioni: Vallance sostiene che, verosimilmente, non si riuscirà ad ottenere il vaccino prima di un anno o addirittura diciotto mesi. Nonostante il periodo di attesa sembri, sulla spinta emotiva dell’allarmismo scoppiato ormai globalmente, eccessiva, Patrick Vallance ci ricorda come, qualche mese fa, in una situazione del genere gli studi non sarebbero durati meno di venti anni.

Prendendo dunque in considerazione questo miglioramento repentino dei ricercatori, non ci resta che aspettare e nutrire la massima fiducia nella comunità scientifica internazionale, che ancora una volta darà prova della propria eccellenza. Fino ad allora, bisognerà probabilmente mettere da parte la sportività per qualche tempo ed evitare strette di mano con giocatori ed allenatori avversari!

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