Non tutte le banche centrali stanno facendo la stessa cosa per fronteggiare l’emergenza economica del Coronavirus. In Europa si è tradizionalmente restii ad immissioni massicce di liquidità, mentre la Federal Reserve ha di solito una mano un po’ più pesante.
Per il professor Giuseppe di Gaspare, ordinario di diritto dell’economia alla Luiss Guido Carli di Roma, in un’intervista pubblicata su Il Sussidiario, la differenza sta nello strumento prediletto che gli Stati utilizzano per generare liquidità.
Mentre negli Stati Uniti d’America la Federal Reserve è solita produrre moneta per mantenere vivo e reattivo il sistema bancario, mentre in Europa il mezzo preferito della classe dirigente è il ricorso al debito pubblico, solitamente.
Se da un lato l’indebitamento è un mezzo migliore per la stabilità della moneta, dall’altro è rischioso perché comporta interessi e spesso fa cadere nella tentazione di ricorrere ad’altro debito per saldarlo. L’immissione di liquidità comporta spesso l’aumento dell’inflazione.
La Bce quindi non fa come la Fed statunitense, non stampa moneta all’impazzata, acquista i titoli di stato emessi dai membri dell’Unione Europea per mitigarne il tasso di interesse e contenere il costo dell’indebitamente.
Anche la Banca Centrale Europea può intervenire immettendo liquidità ma con modalità diverse. La Bce acquista i titoli di stato direttamente, come detto, mentre la Fed aumenta la liquidità nel sistema bancario concedendo prestiti illimitati agli istituti di credito, che a loro volta acquistano i titoli di stato.
Le banche sono così coinvolte nel gioco, una precondizione che secondo il professor Di Gaspare evita alla banca centrale lo scomodo soprannome di “acquirente di ultima istanza”. Si complica il meccanismo di semplice scambio governo-banca centrale.
Il problema ed il grande interrogativo, negli USA così come in Europa, è l’arrivo della liquidità al mondo dell’economia reale. Non possiamo ripetere il “giochino” in assenza di una federazione del sistema bancario, in Europa si deve pensare ad una strategia che implementi le linee di credito non convenzionali (le cosiddette Omt).
Secondo il professor Di Gaspare un’altra ipotesi sarebbe quella di acquistare dagli agenti dell’economia reale titoli derivati, con necessità però che “l’ingegneria finanziaria” architetti nuove strategie per perseguire questa modalità.
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