E’ già accaduto molte volte, anche nel recente passato, di assistere a veri e propri scontri, spesso anche in tribunale, tra importanti colossi della tecnologia. Un esempio piuttosto eclatante di quanto appena descritto è quello relativo ai rapporti tra Spotify ed Apple. Da una parte abbiamo quello che può essere considerato il principale esponente della musica in streaming, con oltre 100 milioni di abbonati nel mondo che ascoltano musica attraverso un catalogo digitale enorme. Dall’altra troviamo uno dei principali big del settore hi-tech, nonché tra le aziende più ricche del pianeta.
I problemi tra le parti sono iniziati già da qualche tempo, sul finire del 2017. Ma è in questi giorni che la situazione è degenerata, nel momento in cui Spotify ha deciso di presentare una denuncia formale nei confronti di Apple presso la Commissione Europea.
A confermarlo è stato il CEO di Spotify, Daniel Ek, attraverso un post sul blog ufficiale pubblicato pochi giorni fa. Attraverso questo post, sono spiegate le motivazioni che hanno spinto Spotify a richiedere l’intervento della Commissione Europea. A non andare giù a Spotify, innanzitutto, è la richiesta del 30% dei profitti generati sui nuovi abbonamenti al servizio effettuati attraverso App Store. La necessità di versare questo contributo costringe Spotify ad aumentare il prezzo dell’abbonamento, impedendo così di applicare un prezzo paragonabile, ad esempio, a quello di Apple Music. Allo stesso tempo Apple, oltre che proprietario dell’App Store, è proprietario di Apple Music, servizio in diretta concorrenza con Spotify.
Spotify, inoltre, critica il comportamento di Apple che impedirebbe a Spotify, e ai servizi di terze parti, di utilizzare altri sistemi di pagamento oltre a quello scelto dallo stesso colosso di Cupertino, applicando una serie di restrizioni che, in determinati casi, impediscono a Spotify di comunicare direttamente con i propri clienti.
Secondo Daniel Ek, l’obiettivo di Spotify è quello di chiedere un trattamento equo tra tutte le piattaforme e i servizi che usano App Store, compresi quelli gestiti dalla stessa Apple. Allo stesso tempo Spotify chiede che i consumatori possano scegliere il sistema di pagamento preferito e che gli app store non possano controllare le comunicazioni tra i servizi e gli utenti.
A distanza di pochi giorni, è arrivata la risposta ufficiale da parte di Apple, che ricorda, innanzitutto, che nel corso degli anni l’app ufficiale Spotify è stata scaricata circa 300 milioni di volte da App Store e che oltre 200 sono stati gli aggiornamenti distribuiti agli utenti. Allo stesso tempo il colosso di Cupertino ha dichiarato:“Dopo aver utilizzato l’App Store per anni per far crescere in modo esponenziale la propria attività, Spotify cerca di mantenere tutti i vantaggi dell’ecosistema di App Store – inclusi i notevoli guadagni che attingono dai clienti dell’App Store – senza apportare alcun contributo a quel marketplace. Allo stesso tempo, distribuiscono la musica che ami destinando contributi sempre più piccoli agli artisti, ai musicisti e ai cantautori che la creano, arrivando persino a portare questi autori in tribunale”.
Ma il botta e risposta non si è chiuso qui, come dimostra l’ulteriore dichiarazione rilasciata da Spotify per controbattere al comunicato di Apple:“Ogni monopolista suggerirà di non aver fatto nulla di sbagliato e sosterrà di avere a cuore gli interessi della concorrenza e dei consumatori. In questo modo, la risposta di Apple alla nostra denuncia dinanzi alla Commissione europea non è nuova ed è del tutto in linea con le nostre aspettative. Abbiamo presentato la nostra denuncia perché le azioni di Apple hanno danneggiato la concorrenza e i consumatori e sono in evidente violazione della legge. Ciò è evidente nella convinzione di Apple che gli utenti di Spotify su iOS siano clienti Apple e non clienti di Spotify, il che va al cuore del problema con Apple. Rispettiamo il processo che la Commissione europea deve ora intraprendere per condurre la sua revisione”.
Nel frattempo la Commissione Europea ha confermato di aver ricevuto la richiesta di intervento da parte di Spotify. E adesso sarà interessante scoprire quali saranno gli sviluppi. Certamente si tratta di una questione delicata di cui si tornerà a parlare nei prossimi mesi.
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