Cycling Mirabilia Lazio, progetto ideato e realizzato per valorizzare il territorio laziale nella sua estensione litoranea a nord di Roma, più precisamente da Fiumicino fino a Civitavecchia, ma anche nelle zone più interne per dar risalto e valore a risorse presenti e che si sono sviluppate negli anni e che rivivono di una nuova primavera culturale, produttiva ed economica. Il progetto è stato realizzato grazie al lavoro profuso dalla Fondazione Anna Maria Catalano e al contributo della Regione Lazio.
Si tratta di un percorso pensato per il cicloturismo che permetta di visitare posti unici e ricchi di storia, ma anche di realtà del territorio Laziale. Realtà che necessitano di sviluppo e di ripresa dopo gli anni difficili della Pandemia Covid-19.
L’idea era quella di suddividere il percorso in diverse tappe. Lo scopo, di riscoprire e conoscere meglio percorsi, monumenti, musei e strutture aziende agricole, attività commerciali e turistiche che nel tempo hanno realizzato un sistema strutturato nel Territorio Laziale che hanno segnato lo sviluppo di intere aree. Partendo dal territorio attiguo all’area dell’Aeroporto di Fiumicino, nella pianura che riunisce Focene, Maccarese, Fregene, Torre in Pietra fino ai Borghi storici di Tragliata/Ceri/Cerveteri il percorso si articola su diversi fronti culturali, turistici ed enogastronomici. Si arriva fino al bellissimo Castello-Borgo di Santa Severa, ma Anche la città portuale Civitavecchia, passando per Tolfa, Allumiere, Tarquinia alla riscoperta di posti incontaminati per la bellezza incontaminata della natura, per un territorio che ci parla di di tante differenti modi di vivere il Lazio, dal Mare, alla campagna fino ai primi rilievi della Maremma Laziale. Molti i prodotti tipici locali che abbiamo avuto la possibilità di assaggiare, degustare e conoscere sin dalla loro produzione, fino alla commercializzazione a Km zero o distribuiti in tutta Italia. Un viaggio, un percorso che aiuta a far riemergere quanto celato dal contesto che viviamo nascosto le origini e la professionalità troppo spesso negata o non riconoscibile. Ci sono cantine locali, come quella visitata “Castello” di Torre in Pietra che produce vino secondo agricoltura biologica. Bello e suggestivo il luogo che si trova a ridosso della Torre Medioevale che da il nome al posto, ma particolare anche il vino che sfrutta elementi riconducibili al terreno, all’influenza marina, permettendo di coltivare vigneti secondo i principi dell’orto biologico. I vigneti si estendono per 52 ettari e nello stesso comprensorio ci sono anche uliveti e un bosco. Li si è potuto assaggiare del buon vino locale e mangiare presso il ristorante attiguo. Un luogo da non perdere.
Da Torre in Pietra, la tappa successiva è il Borgo di Tragliata per visitare una struttura nata e sviluppatasi intorno a una rocca tufacea nota sin dal tempo degli Etruschi. Le strade ricavate scavando su questo materiale e gli edifici attigui, rispecchiano uno stile tipico del posto. Sulla rocca è evidente la stratificazione delle varie epoche con le varie destinazioni d’uso. Attorno ad una zona coltivata è ora presente un vero e proprio Resort vivo tutto l’anno, il “Borgo di Tragliata” appunto nel quale abbiamo trascorso un’intero pomeriggio e sera e degustato piatti di ricercata genuinità e semplice bellezza.
La partenza che è seguita il giorno dopo ha visto quali mete altri due località note sin da epoca Etrusca, il Borgo di Ceri e la Necropoli di Cerveteri, poi un nuovo spostamento fino ai Monti della Tolfa. A La Bianca, in prossimità di Allumiere, dopo aver assaporato il gusto del ragù di cinghiale e di prodotti orticoli e spontanei locali, non si può non visitare il Museo Civico Archeologico e naturalistico Adolfo Klitsche de La Gange di Allumiere e la vicina faggeta. La tappa si conclude sul litorale, a Civitavecchia per una cena a base di pesce.
La giornata successiva ci porta fino alla Riserva naturale delle Saline di Tarquinia, un sito naturalistico di estrema importanza poiché è anche l’unica salina nel Lazio. Lungo la laguna costiera si possono ammirare la macchia mediterranea, così particolare in queste zone e fenicotteri rosa.
Tappa d’obbligo non può non essere presso l’Agriturismo Casale Poggio Nebbia, Azienda del Biodistretto etrusco e Monti della Tolfa (MET). che offre al visitatore la possibilità di gustare e acquistare prodotti locali tra cui un vini. Uno in particolare il Kaliscele, un Sangiovese laziale è vanto della azienda. Ci sono poi tutti i prodotti tipici con cui la proprietaria Anna Cedrini ha imbandito la tavola.
Tornando verso Sud, si passa per il Castello di Santa Severa. Si sporge sul mare e in quest’autunno acquisisce un fascino ancora maggiore, con il mare in tempesta. All’interno diversi reperti archeologici ed evidenti i segni dei vari interventi nel corso dei secoli. Bello come pochi. Sede di un Museo ma anche di un Ostello. Il castello nella stagione estiva è da sempre luogo di cultura, con rappresentazioni e mostre all’aria aperta, ma anche di incontri di carattere enogastronomico, che nella nostra terra non possono mancare.
Tappa finale della giornata un luogo che non è solo riscoperta, ma entusiasmo per la creazione di qualcosa di nuovo nel contesto di terreni che hanno vissuto vicende storiche molto particolari a ridosso degli anni precedenti la seconda guerra Mondiale. Siamo nella località “Testa di Lepre” luogo unico per le coltivazioni e produzione artigianale. Stiamo parlando del Birrificio Podere 676. Nato sulle ceneri i una azienda agricola dismessa da due generazioni, rifiorisce ora con la coltivazione di Orzo e Luppoli. La società nata con sovvenzioni e con investimenti personali di tre ragazzi che proprio nel periodo della Pandemia da Covid-19 trasformano un Hobby in qualcosa di più. Nasce così la Birreria Podere 676, un luogo ove di produce, si vende, ma si può assaggiare la birra e (in primavera ed estate) mangiare all’aperto. Sono messi a disposizione barbecue ove cucinare la carne del vicino mattatoio. La coltivazione è biologica. Il Malto acquistato viene lavorato in Umbria per garantirne la qualità richiesta. La lavorazione – a cui abbiamo assistito – affascina e incuriosisce. Le diverse birre hanno una forte personalità e sono di diverse tipologie, tutte da provare, tutte garantite biologiche.
“Questo percorso apre la via di una co-progettualità tra istituzioni, stakeholder territoriali e mondo della comunicazione, che permetta di illuminare bellezze naturali, culture, tradizioni spesso sconosciute ai molti e di favorire un rinvigorimento economico e lavorativo del territorio. Le opportunità tecnologiche diventano alleati strategici e consentono di mantenere vivo il ricordo dei luoghi e rigenerare l’interesse per il turismo locale, attraverso la condivisione delle “impronte” digitali e spirituali lasciate dalle esperienze del viaggio”, ha sottolineato Mihaela Gavrila, Vicepresidente della Fondazione Anna Maria Catalano e docente dell’Università di Roma La Sapienza. E così anche: “La diversità delle aziende all’interno del Biodistretto fa comprendere anche la varietà di prodotti biologici e di alta qualità presenti sul nostro territorio”, sottolinea Sergio Estivi del comitato scientifico della Fondazione Anna Maria Catalano e ideatore del progetto.
Le zone visitate in questa occasione sono spesso associate ad un turismo stanziale, marino. Lungo la costa da Fiumicino fino a Civitavecchia, sono tanti i luoghi meta delle vacanze marine dei Romani. In questi stessi luoghi sono tanti i siti che ci parlano di storia e cultura e tante le scoperte che si potrebbero ancora fare. Il Viaggio deve iniziare e merita una scelta più attenta e dettagliata. l’entroterra laziale ha molto da offrire e va vissuto. Con questa nostra partecipazione vogliamo testimoniarlo e mandare un messaggio, ora sta a voi acquisirlo e riscoprire il nostro territorio.
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