Qualche giorno fa vi abbiamo mostrato la lettera aperta scritta da Ledo Prato, padre di Marco, uno dei due assassini di Via Giordani. In televisione il giorno dopo l’omicidio già parlava il padre dell’altro accusato Manuel Foffo, un ragazzo come tanti altri secondo lui… un terribile assassino secondo tanti e tanti altri. Sentendo due padri di famiglia davanti a uno scempio così grande ci si chiede come sia possibile riuscire anche solo a parlare. Ci si chiede cosa si possa provare, che grado di fallimento esca fuori e quando l’amore per i figli sia vivo sempre e comunque. Chiunque essi siano. Qualunque cosa essi facciano. Poi la voce dei genitori di Luca, l’unico di tutta questa storia che non può più parlare, né dire la sua versione dei fatti.
La loro casa ora è vuota, con tante voci che gli risuonano sicuramente nella testa per trovare una motivazione a quanto accaduto. Forse in questo caso la prima reazione normale di due genitori colpiti dentro il cuore, che non trovano motivo di perdonare gli assassini di Luca. “Il padre di Manuel Foffo ci vuole incontrare per chiedere perdono? E con quale coraggio si presenterà?” si domandano i genitori di Luca. “Noi non vogliamo vedere nessuno. Noi non perdoneremo nessuno. Anzi, noi chiediamo la pena di morte. E se proprio volete aiutarci voi giornalisti, fate una raccolta di firme per chiedere la pena di morte per quei due lucidi assassini“.
Così in un colloquio con La Stampa i genitori di Luca esternano tutta la loro disperazione per la morte di “un ragazzo buono, gentile, che ora viene dipinto nel peggiore dei modi e che invece non ha mai fatto male a nessuno“. Continua una aprente della famiglia, sciogliendo i toni: “Se non proprio la pena di morte, quanto meno ci vuole l’ergastolo per quello che hanno fatto a mio nipote. Ma l’ergastolo vero, quello per cui non si esce più dal carcere. Perché adesso quei due vogliono passare per pazzi o esauriti e così possono avere uno sconto di pena. E noi qui con il nostro dolore immenso. Dolore, dolore, e ancora dolore“.
Non si fermano intanto le indagini, ora passate al vaglio del computer di Prato che potrebbe contenere, tra le altre cose, i video dei rapporti gay con Foffo.
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