La mostra Dis/integration è stata promossa e realizzata dalla Comunità di Sant’Egidio, con il sostegno dell’Università degli Studi Roma Tre.
Proprio come vuole far intendere il nome stesso, il percorso espositivo è incentrato sui temi della fragilità e della disabilità, nonché dell’accoglienza e dell’integrazione.
La mostra Dis/integration è stata inaugurata il 21 novembre scorso in occasione delle celebrazioni del trentennale di Roma Tre. L’università ha accolto l’inaugurazione della mostra con la presenza del Premio Strega Daniele Mencarelli, il quale ha già da tempo iniziato un percorso di confronto con i laboratori della comunità di Sant’Egidio.
Con il suo punto di vista sensibile e vicino alla realtà, Daniele Mencarelli ha affrontato le tematiche ancora troppo poche indagate del disorientamento psichico e del tema dell’inclusione. Tematiche che ritroviamo nel suo romanzo “Tutto chiede salvezza” da poco trasposto in una miniserie di grande successo targata Netflix.
Queste tematiche affrontano e coinvolgono questo senso di inclusione, integrazione anche alla luce dei temi e delle vicende più attuali, come la crisi climatica e ambientale che stiamo vivendo, le migrazioni, i conflitti e tutte le loro drammatiche conseguenze.
Il tutto tramutato in diverse opere come dipinti, installazioni, disegni, collage e tanto altro. Attraverso l’arte si esprime, così, un pensiero talvolta nascosto e una visione del mondo che suggerisce un’alternativa attuabile e condivisibile grazie al passaggio “dall’io al noi”.
L’evento si inserisce in linea ad un percorso che l’Università Roma Tre ha da tempo intrapreso e nella scelta di raccontare i propri servizi alla Capitale, a partire dalle parole: Cultura, Diritto allo studio, Inclusione.
Il rettore di Roma Tre, Massimiliano Fiorucci, intervenendo in apertura, l’ha definita
“una vera mostra d’arte che contrasta la medicalizzazione della fragilità”.
Gli artisti e César Meneghetti
Nei laboratori di Sant’Egidio troviamo una risposta complessa e allo stesso completa, al disagio, alla disuguaglianza dove diventa essenziale sentirsi liberi di potersi esprimere. Esprimersi, in tal caso, attraverso l’arte grazie alla sua funzione liberatoria, di riscatto, in particolare per chi è più fragile.
In questo percorso di espressione creativa, alla scoperta di nuovi mondi possibili, gli artisti dei laboratori d’arte hanno operato in un percorso comune con l’autore César Meneghetti.
César Meneghetti è un regista, artista visuale e videoartista brasiliano, di origine italiana, di calibro internazionale. Il suo animo creativo è sensibile alle questioni globali, in una riscoperta di storie e di vite apparentemente non propense alla grandezza ma capaci di suscitare forti connessioni.
Così questo lavoro di collaborazione profondamente vero offre al pubblico proposte per un futuro comune ed inclusivo.
Il regista Paolo Virzì, in occasione dell’inaugurazione della mostra Dis/integration si è così espresso:
“Abbiamo bisogno di più laboratori e meno ambulatori, perché l’arte degli “Amici” è bella e raffinata. Esprime una grande capacità di guardare il mondo al contrario di tanti che si considerano ‘normali’ ma sanno guardare solo se stessi”.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.