Si parla da tempo di DownShift, ridurre Lavoro, Stress, Guadagno, per riconquistare propri Spazi, per avere una vita di maggiore qualità. Si tratta di un vero e proprio cambiamento di stile di vita. Dare priorità a certi aspetti, riducendo al contempo l’interesse votato anche alla redditività o all’impegno lavorativo. Tutto questo può diventare un modo differente di vivere se supportato da tutti i membri della famiglia. Tutti dovrebbero saper rinunciare a una parte delle abitudini, spesso consolidate, da uno stile, da necessità oggettive, da bisogni creati dalla società che conduciamo ordinariamente. Rinunciare è la parola d’ordine, più facile se si è singol, pronti a cambiare la propria esistenza. Si potrebbe trattare di cambiare città, riscoprire le origini – talvolta – tornare alla campagna, oppure spostarsi su un’isola o espatriare in Paesi economicamente meno costosi.
Non è facile entrare in questa ottica, come non è facile attuare un progetto del genere, anche in funzione del proprio lavoro. Concretizzare un sogno, vivendo 365 giorni in una località bagnata dal mare, pescando, facendo surf e magari aprendo una paninoteca, potrebbe dare molte più soddisfazioni che vivere da dirigente, con auto di lusso e attico in un quartiere elegante. Lo Stress è il nemico numero uno del nostro tempo: competitvità, ricerca del successo, denaro, arrivismo, non sono semplici obiettivi possono diventare una malattia che logora e svuota. Ci si può perdere dietro ad un lavoro per anni scordandosi delle cose belle della vita. “Poter passare più ore a giocare con i propri figli sulla spiaggia, ridere e fare il bagno con loro, vale molto più di una serata in un ristorante chic con finti-amici a cui si è legati da interessi economici”, una banalità? Forse, ma una realtà per affetto stima e Presenza (qualcosa che resta).
Il segreto del downshifting era e resta interiore, esistenziale. Cambia chi è libero dentro, chi è circondato da persone che possano condividere una scelta. Chi è solo può decidere per se. Per farlo bisogna comprendere che occorre uscire dal consumismo, perché se consumo divento schiavo, devo vendere l’anima per guadagnare i soldi necessari a sostenere le spese. Ecco perché il punto non è ‘quanto guadagno prima’, ma ‘quanto spendo dopo’ aver cambiato vita.
Può capitare di svegliarsi una mattina con della febbre e non poter sostenere il ritmo ordinario. A casa, soli si può avere un po’ di tempo per pensare. Girare per le stanze della propria casa e vederla trasformata. Come se si fosse stati assenti per tanto tempo. Riscoprire quadri, cornici, argenterie o anche album fotografici che riportano a ricordi lontani. Entrare nella stanza di quelli che erano bambini e trovarle prive di giochi e ordinate. Un colpo al cuore. Tanti zeri sul conto, ma tanta lontananza dalle cose importanti. Poi guardarsi allo specchio e vedersi appesantito, invecchiato e con una luce stanca negli occhi. E’ tempo di cambiare, di rinunciare al proprio egocentrismo, ai propri obiettivi professionali, per dedicarsi a se e poter condurre una vita più povera, ma più vera.
Il Downshift però lo si può fare anche restando in città. Rinunciando a tante piccole abitudini e sciocchezze che aumentano i costi e ci portano a dover lavorare maggiormente. La sobrietà non è tirchieria è anzi riscoperta di quanto già si possiede e si può valorizzare. Riuscire a ragionare perdendo, tralasciando quanto la società impone: ideologie, luoghi comuni, barriere psicologiche, per capire e centrare i nostri obiettivi. Siamo sognatori spesso, ma rimaniamo ancorati al contesto sociale imposto e autoimpostoci. Una realtà spesso ben distante dalle nostre aspirazioni, che diventano utopie.
Cambiare la propria vita è però possibile. Rinunciando a qualcosa e ritagliandosi degli spazi sempre maggiori – per se stessi e per le persone amate. Forse non potremmo mai andare sulla riva del mare a pescare e fare surf, ne vendere panini, ma magari potremmo allungare il week end facendo gite e godendosi la propria libertà…..finché si è abbastanza giovani per farlo.
Anche questo fattore può essere una molla. Prima che tutto passi, prima che gli stimoli vengano meno, si deve avere la voglia di imporre i propri desideri. Vivere sobriamente è più importante di essere ricchi. Almeno oggi, qui, se si vuole davvero cambiare vita per essere uomini più liberi.
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