Alle 20.30 di ieri sera, come da consueto ormai, è arrivato, assieme al nuovo DPCM, il messaggio alla nazione del premier Conte a reti unificate. Il format è lo stesso: diretta tv su quasi tutti i canali e spazio per qualche domanda ai giornalisti al termine.
La conferenza di ieri si è aperta su una nota positiva con la diffusione dei dati del nuovo indice di contagio RT, sceso allo 0,91. Il ministro Speranza ha esultato della notizia, comunicando come l’aver riportato detto indice sotto l’1 sia da considerarsi un obiettivo importante raggiunto e da conservare con prudenza ed equilibrio. Gli stessi toni di cautela sono quelli paternalisticamente usati dal premier Conte, che esplicita chiaramente il timore che le buone novelle possano deresponsabilizzare gli italiani e indurli a mollare la cinghia.
Comunque, Conte afferma che le possibilità che entro le prossime due settimane le regioni possano diventare di colore giallo sono concrete, ma che per il periodo natalizio le misure saranno differenti. Dopo aver autocelebrato il successo della decisione governativa di categorizzare le regioni in tre fasce di restrizioni progressivamente più stringenti, attribuendo appunto a questa decisione il merito della diminuzione dei contagi, il premier elenca le nuove restrizioni in vigore sino al 6 gennaio.
Innanzitutto, vengono vietati gli spostamenti tra regioni per tutto il periodo di riferimento, eccezion fatta per ragioni di rientro al proprio indirizzo di residenza (solo con riferimento agli spostamenti tra regioni gialle), o ragioni di salute, lavoro, o necessità. Il divieto riguarda inoltre le ipotesi di spostamento tra regioni per raggiungere le seconde case. Ancora più restrittive le misure che riguardano il 25 e 26 dicembre e il 1 gennaio: non si potrà spostarsi tra comuni e vige la raccomandazione di evitare il classico veglione natalizio e di non fare entrare nelle proprie case persone non conviventi, con un massimo che sembra essere di 6 persone.
Per quanto riguarda attività commerciali, vengono sospese le crociere fino al 7 gennaio e i centri commerciali rimangono chiusi nei giorni festivi e prefestivi, ad eccezione di tabacchini, vivai e alimentari. È invece consentita l’apertura natalizia a pranzo per bar e ristoranti, che invece dovranno tenere chiuso a partire dalle ore 18. Nelle regioni in zona arancione, invece, permane la chiusura totale, con l’asporto consentito fino alle ore 22. Rimane in vigore anche il coprifuoco serale. Per quanto riguarda le attività commerciali al dettaglio, come i negozi, potranno tenere aperto fino alle ore 21.
Gli alberghi potranno tenere aperto, ma per evitare assembramenti, i loro ristoranti nei giorni di Natale, Santo Stefano e a Capodanno dovranno chiudere alle ore 18 e da quel momento sarà consentito solamente il servizio in camera.
Infine, una buona nuova riguarda la scuola: ritornerà la frequentazione in presenza fino al 75% degli studenti anche per le scuole secondarie a partire dal 7 gennaio.
Nei prossimi giorni, si attende l’uscita di un FAQ esplicativo da parte del Governo che faccia chiarezza su alcuni punti del decreto rimasti zone grigie.
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