A Marzo è scattato in Sicilia l’allarme “pesce Scorpione”. I pescatori della zona sono stati i primi ad avvistarne degli esemplari a largo delle isole Eolie. Un esemplare è stato trovato nell’oasi di Vendicari (Siracusa). Già l’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) nell’ottobre dello scorso anno ne aveva comunicato l’avvistamento nel mare tunisino, con un probabile arrivo nel nostro mare. Tali conclusioni sono arrivate a seguito di una ricerca condotta dall’ISPRA stessa con il CNR e l’Università Americana di Beirut. Il Pesce Scorpione sta risalendo i mari. Con il surriscaldamento del pianeta e delle acque del Mediterraneo, sarà più facile incontrare specie che un tempo vivevano esclusivamente in microclimi tropicali. E’ una specie che può mettere a rischio il nostro ecosistema. Essendo un predatore, predilige le piccole taglie e i pesci giovani. L’impatto per la fauna locale e la biodiversità marina costiera, potrebbe essere altamente a rischio.
Il Pesce scorpione ha un veleno potentissimo da evitare. In casi particolari può rivelarsi mortale anche per l’uomo. Non c’è da creare allarmismi inutili, ma in ogni caso i suoi aculei (dorsali, posteriori e pelviche) sono molto lunghi e sono pericolosi. La puntura del pesce scorpione è dolorosissima e per smaltirne gli effetti ci vuole diverso tempo. Anche se – come detto – non porta alla morte, il veleno nel corpo umano causa nausea, vomito, diarrea, febbre, difficoltà respiratorie, ma anche perdita localizzata della sensibilità – che può durare per diversi giorni. La tossina è molto potente e difficilmente smaltibile dal nostro organismo.
Intanto proprio ai pescatori dell’area del sud Italia sono stati fatti recapitare avvisi riguardo la pericolosità dell’animale. Anche dopo la morte, il pesce continua ad essere pericoloso. Il veleno rimane attivo sulle spine sul dorso anche fino a 48 ore dalla cattura. Nelle reti dei pescatori ciò può diventare davvero un rischio. Nei Porti sono state affisse locandine e così anche ai moli, con fotografie descrittive e anche spiegazioni. Chi lo dovesse incontrare se ne deve tenere alla larga, se possibile fotografarlo e avvisare le Autorità competenti o la Guardia Costiera.
Nella peggiore delle ipotesi si venisse punti si deve togliere immediatamente l’aculeo (se rimasto conficcato), cercare di pulire la ferita e mettere la parte nell’acqua calda o a contatto con qualcosa di molto caldo per inibire la tossina il più possibile. (In ogni caso chiamare il 112).
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