Nelle giornate di sabato 15 e domenica 16 maggio i cittadini cileni sono stati chiamati ad eleggere i membri della nuova Assemblea costituente, incaricata di riscrivere la Carta risalente alla dittatura di Pinochet. È l’inizio di un nuovo cammino per il Cile: la vittoria della sinistra e degli indipendenti, nonché dei movimenti sociali e femministi, segna il tramonto delle forze politiche tradizionali neoliberiste.
Tre elezioni diverse si sono tenute in Cile durante il weekend elettorale del 15 maggio: le elezioni municipali, le elezioni regionali e quelle per la scelta dei 155 membri della nuova Assemblea Costituente. Queste ultime, in particolare, sono da considerarsi di portata storica, rappresentando il punto di partenza per il cambiamento radicale del paese. La nuova Assemblea, infatti avrà il compito principale di scrivere una nuova Costituzione, che prenderà il posto della Carta attuale, approvata nel 1980 durante la dittatura di Pinochet. A questo risultato si è arrivati attraverso il referendum dello scorso ottobre, dopo un lungo periodo dominato dalle proteste popolari contro il governo e contro le profonde disuguaglianze sociali ed economiche all’interno del paese.
Una grande novità di queste elezioni è rappresentata anche dalla designazione diretta dei governatori regionali da parte dei cittadini cileni, senza dubbio una svolta in senso democratico, dato che fino a questo momento gli intendenti a capo delle regioni venivano nominati dai presidenti regionali e godevano di autonomia limitata.
Il risultato delle elezioni
I risultati delle elezioni confermano il cambiamento in atto all’interno del paese: vincono la sinistra, gli indipendenti, e anche i movimenti sociali e femministi. Importante appare l’elezione a sindaco della capitale, Santiago, di Irací Hassler Jacob, economista femminista e antiliberista.
Le forze politiche tradizionali neoliberiste e soprattutto la coalizione di governo hanno subito invece una sconfitta definitiva, riconosciuta anche dal presidente Sebastián Piñera, il quale ha dichiarato che i risultati delle elezioni hanno rappresentato “Un chiaro e forte messaggio da parte dei cittadini al governo e a tutte le forze politiche tradizionali. Non siamo sintonizzati adeguatamente con le richieste e i bisogni della cittadinanza. Servono nuovi leader”.
L’Assemblea costituente
L’Assemblea costituente comincerà i propri lavori nel prossimo mese, focalizzando l’attenzione su alcune questioni fondamentali, come il tema della decentralizzazione e della regionalizzazione, ma anche l’inclusione dei diritti delle popolazioni indigene, estranei alla Costituzione attuale. Una considerazione particolare sarà anche riservata ai diritti economici e sociali e alla parità di genere.
La Costituzione che vedrà la luce sarà inoltre, la prima costituzione nella storia elaborata da un’Assemblea composta per metà da donne. Come ha affermato Marcela Ríos, rappresentante delle Nazioni Unite per lo sviluppo del Cile: “L’agenda del femminismo sarà centrale, e questo sarà un aspetto innovativo, che potrà avere effetti interessanti per tutta l’America Latina e per il resto del mondo, perché si vedrà cosa succede quando le donne si trovano in una condizione di uguaglianza nel redigere le nuove regole di una società.”
Quello che si auspica adesso è che la nuova Costituzione possa rappresentare un modello anche per altri paesi dell’America Latina, come Perù, Colombia, Messico ed Ecuador, che in passato hanno introdotto alcune riforme ispirandosi al sistema neoliberista cileno.
La nuova carta costituzionale sarà proposta dall’Assemblea entro nove mesi, toccherà poi ai cittadini cileni approvarla o meno mediante referendum.
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