Altra drammatica notizia che proviene dal Mediterraneo: circa 90 migranti hanno perso la vita tra le acque internazionali dopo essere partiti su una imbarcazione diretta in Italia dalla Libia. Di tutti i migranti partiti dal paese nordafricano sulla barca solo 4 sono stati soccorsi e hanno scampato la morte grazie all’intervento di una petroliera di nome Alegria 1. Dalle prime ricostruzioni e testimonianze dei sopravvissuti i migranti erano circa un centinaio e contavano di arrivare sulle coste italiane dopo altri 4 giorni di navigazione.
La tragicità dell’incidente non risiede soltanto nella morte di oltre 90 persone di tutte le età ma anche nel fatto che i 4 sopravvissuti sono stati riportati indietro in Libia dove sicuramente dovranno affrontare un qualche tipo di trattamento violento da parte delle autorità locali. La ong Medici Senza Frontiere ha infatti denunciato questo trattamento da parte della petroliera Alegria 1 sottolineando il fatto che questi 4 migranti non abbiano neanche avuto accesso a dei controlli sanitari e siano stati direttamente riportati sul territorio libico. Un segnale SOS era stato inviato da Alarm-Phone: un progetto gestito dall’ ottobre del 2014 da volontari europei, tunisini e marocchini che si impegna nel soccorso in mare dei rifugiati. La loro chiamata per la ricerca di un gommone con circa 100 persone a bordo non ha però riscontrato nessuna risposta.
In un periodo come questo, segnato dalla guerra in Ucraina, dove l’informazione è completamente monopolizzata da questo tema, nel bene e nel male, bisogna continuare a parlare della gravità di tragedie come queste senza che vengano normalizzate e passino in sordina. La solidarietà che i cittadini europei stanno mostrando nei confronti del popolo ucraino che si difende contro l’invasione russa non può essere accompagnata dal disinteresse verso i pericoli che i migranti affrontano per arrivare in Europa su base quotidiana. Questa apparente unità che l’Europa sembra aver trovato a favore della causa ucraina dovrebbe spingere gli stessi elettori europei a prestare più attenzione a questa emergenza che va ormai avanti da anni e fare più pressione a livello sia nazionale che europeo affinchè si superi il sistema attuale di immigrazione decretato dal trattato di Dublino. Un sistema di distribuzione proporzionale basato sulla popolazione degli stati membri della UE è una possibile proposta avanzata da molti, questo non vuol dire che sia la soluzione di tutti i mali legati alle rotte migratorie destinate verso il Vecchio Continente, ciò che è sicuro però è che la situazione corrente non è dicerto sostenibile.
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