Nella notte c’è stata una deflagrazione a New York a Chelsea, quartiere di Manhattan, tra la Ventitreesima strada e la Sesta Avenue. Alle 20:30 circa di ieri ora locale (02.30 in Italia), non troppo lontano da una delle zone di maggiore attrazione della città, dove negozi, ristoranti, ma anche uffici e turismo sono in piena attività si è puntato a colpire nuovamente il cuore pulsante d’America. Gli ordigni erano due, costruiti con la tecnica della pentola a pressione collegata ad un cellulare e messi nei cestini della spazzatura, Un gesto vile e vigliacco che colpisce la gente indifesa. Ieri poi, di sabato, c’era molto movimento, come tutti i sabati, di chi si stava godendo il fine settimana. E’ stato fatto saltare in un’ora in cui la città ancora è molto attiva. I feriti sono stati tanti. Al momento non si parla di morti. C’è un caso solamente che desta preoccupazione.
Sul posto le forze dell’ordine e le squadre degli artificieri hanno circoscritto e limitato l’accesso alla zona, trovando a pochi isolati un secondo ordigno inesploso.
Il gesto, al momento, se non seguiranno rivendicazioni, che può avere due diverse interpretazioni: quale protesta per il prossimo Vertice che si terrà a New York, presenti i capi di Stato e di Governo dei maggiori Paesi, prima per il summit sui rifugiati e poi per l’assemblea generale dell’Onu, o quale gesto intimidatorio per la Clinton, la cui figlia, tra l’altro, abita a poche decine di metri rispetto al luogo dell’Attentato.
Si attendono i sviluppi.
Tutta la zona è ora isolata, artificieri e forze speciali setacciano ancora, ovunque. Si sono spiegate le particolari forze di sicurezza preposte alla tutela del Summit che inizierà proprio oggi nella città. Intanto però ventinove persone sono in ospedale e bisogna capire a causa di cosa.
Il presidente Barack Obama e Hillary Clinton che partecipavano ad un pranzo di gala del “Black Caucus” dei parlamentari afro-americani a Washington, vengono tenuti costantemente aggiornati sugli sviluppi.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.