Analizzando i dati Eurostat, l’Italia si troverebbe a ricoprire il penultimo posto all’interno della classifica europea per numero di laureati, con solo il 29% di cittadini laureati nella fascia d’età tra i 25 e 34 anni, e seconda soltanto alla Romania. Numeri ben lontani dalla media europea e soprattutto dall’obiettivo prefissato da Bruxelles: arrivare entro il 2030 ad una quota pari al 45% di giovani laureati.
Al primo posto della classifica si colloca il Lussemburgo (61%), seguito da Irlanda e Cipro (entrambi 58%), Lituania (56%) e Paesi Bassi (52%), tutti stati che, insieme a Belgio, Danimarca, Spagna, Francia, Slovenia e Svezia, hanno conseguito l’obiettivo prefissato a livello europeo con largo anticipo.
Il numero di donne laureate, ovvero il 46%, appare più alto rispetto a quello degli uomini (35%). Inoltre, i dati rilevano che i giovani portano a termine il percorso universitario con maggiore frequenza rispetto alle persone adulte. Così evidenzia la relazione: “Guardando alle differenze tra i gruppi di età nel livello di istruzione raggiunto, c’è un chiaro divario di età: il 36% della popolazione dell’UE di età compresa tra 25 e 54 anni ha un’istruzione di livello terziario rispetto al 22% di quelli di età compresa tra 55 e 74 anni.” La differenza più ampia tra le due fasce di età, 25 punti percentuali, è stata rilevata in Irlanda.
Anche per quanto riguarda l’abbandono scolastico, l’Italia registra numeri preoccupanti: i giovani che lasciano la scuola sono il 13,5%, dati che consentono all’Italia di posizionarsi al quarto posto per tasso di abbandono scolastico. Più inclini a portare a termine gli studi obbligatori sono invece i ragazzi croati, lituani e greci, con un tasso di abbandono molto basso: rispettivamente al 3%, 4% e 4,1%.
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