Sono le smart drug o droghe intelligenti quelle a destare un forte allerta. Si tratta di farmaci utilizzati in modo improprio con la finalità di migliorare e potenziare l’attenzione, riuscire a studiare di più e a lavorare con maggiori risultati aumentando la propria resistenza. Ce lo conferma un sondaggio svolto su 15 nazioni dove il 14% degli intervistati ha ammesso di aver fatto uso di smart drug almeno una volta nell’ultimo anno. Un forte aumento se si pensa che si è passati dal 5% del 2015 con un aumento del 9% in due anni.
Le sostanze utilizzate sono quelle prescritte per il trattamento del deficit di attenzione e iperattività, ADHD, come anche i farmaci per i disordini del sonno. Utilizzati anche gli stimolanti illegali e la cocaina. A segnare il più alto tasso è l’America (il 30% degli intervistati), ma anche in Europa l’aumento è esponenziale. In Francia l’uso è salito dal 3% al 16%, mentre nel Regno Unito ha toccato il 23% dal 5%. Quasi la metà (48%) delle persone che ha fatto uso di smart drug dice di avere avuto questi farmaci attraverso gli amici; il 10% li ha acquistati da un rivenditore o su internet; il 6% li ha ottenuti da un membro della famiglia; e il 4% ha dichiarato di avere le proprie ricette.
“I partecipanti alla Global Drug Survey sono più propensi della popolazione generale ad essere interessati all’uso di droghe, il che potrebbe influenzare i risultati“, conferma Larissa Maier, psicologa dell’Università della California, San Francisco, a capo dello studio.
(Fonte ANSA)
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