Sono 30 i Taser che faranno parte della dotazione delle Forze dell’Ordine entro pochissimo tempo. E’ stato firmato il Decreto che ne autorizza l’uso provvisorio sperimentale, quale deterrente, con una modalità d’utilizzo che ne prevede un’introduzione graduale, accompagnata da un doveroso corso introduttivo. L’uso che ne seguirà nelle 11 città prescelte prevede infatti una successiva relazione. Quanto significativi i risultati possano essere rimane però in dubbio. Amnesty International ha denunciato diversi casi di morte per le scariche inflitte. Anche sulle modalità d’uso, difensivo oppure offensivo ci sono dubbi e perplessità. Può essere uno strumento deterrente e limitare le altrui azioni o può esserlo bloccandone anticipatamente l’intenzionalità. Gli effetti su corpi sani si smaltisce nell’arco di pochissimo tempo, mentre per coloro che soffrano di patologie cardiovascolari potrebbe creare grosse problematiche.
Cos’è e come funziona il Taser:
Premendo il grilletto di una pistola elettrica si sparano contro l’obiettivo due piccole “freccette” (elettrodi) legati al corpo del Taser da due cavi elettrici isolati (lunghi circa 8 metri). Una volta che il bersaglio – solitamente una persona viene colpita – si crea un’interferenza elettrica nel sistema nervoso del soggetto colpito. L’individuo cade a terra stordito e avverte un forte dolore ai muscoli. Per alcuni secondi il cervello non è più in grado di reagire. In pochi secondi 50.000 Volt si scaricano sul corpo della vittima.
Purtroppo non sempre l’uso del Taser ha avuto funzioni deterrenti o limitanti. Spesso usato anche per torturare da organizzazioni (sia) riconosciute, che non governative. Ma questo avviene per tutte le armi offensive.
Sono 11 città dove ci sarà inizialmente la dotazione per la Polizia di Stato Carabinieri e Guardia di Finanza.(Milano, Napoli, Torino, Bologna, Firenze, Palermo, Catania, Padova, Caserta, Reggio Emilia e Brindisi).
La cronaca ci racconta di tanti “incidenti mortali” dovuti all’uso del Taser. Casi sciocchi come l’uso in caso di furti di biscotti, di ribellione, inseguimenti “sedati” con il Taser e finiti in tragedia. Il dardo innescato e utilizzato in maniera scriteriata può diventare un’arma mortale.
Stiamo attraversando un momento storico di forte spinta alla repressione. C’è insofferenza è si vuole comunicare una maggiore forza dello Stato e una maggiore tutela dei cittadini e dei rappresentanti delle legge. Ma i dubbi su questo strumento rimangono tanti.
Forse era meglio il vecchio manganello.