Domenica in Francia si vota per il primo turno delle elezioni presidenziali 2022 mentre invece l’eventuale ballottaggio si terrà il 24 nel caso in cui nessun candidato sia in grado di ottenere la maggioranza assoluta dei voti. Quest’anno la corsa per l’Eliseo vede competere 12 candidati tra i quali i due che nel 2017 andarono al ballottaggio: il presidente uscente Emmanuel Macron e Marine Le Pen, leader del partito di destra Reassemblement National.
Macron, che 5 anni fa vinse con il 66% dei voti al secondo turno, è dato come favorito dai sondaggi inseguito proprio dalla Le Pen. Il presidente uscente e leader del partito La République en Marche, Macron ha dovuto affrontare cinque anni di certo non privi di imprevisti. Dalle forti tensioni scaturite dalle proteste dei Gilet Gialli nel 2018 contro l’aumento del costo dei carburanti, alla emergenza Covid-19 ed ora allo scoppio della guerra in Ucraina sono stati tanti i momenti potenzialmente fatali per il nativo di Amiens. Eppure, Macron ha dimostrato di saper far fronte a tutte queste questioni e ha cercato in questi anni di ricoprire il ruolo del nuovo forte leader europeo dopo la fine dell’incarico di Angela Merkel come cancelliera tedesca.
Dall’altra parte Marine Le Pen, figlia di Jean-Marie fondatore del Front National, non è così tanto lontana da Macron nei sondaggi e potrebbe beneficiare del fatto che la campagna elettorale del presidente in carica sia partita molto tardi e un po’ a rilento. La leader del Reassemblement National ha poi in parte approfittato della presenza di un candidato molto estremista come Eric Zemmour per ‘ammorbidire’, quello che in Francia chiamano ‘dédiabolisation’, i toni del suo partito e allargare il bacino elettorale. Allontanando dal suo partito le frange più radicali è riuscita nel tempo a concentrarsi su temi tipici della destra nazionalista come la sicurezza e l’immigrazione ed ha guadagnato consensi.
Un altro candidato che si gioca qualche chance è Jean-Luc Mélenchon del partito di sinistra La France Insoumise che nel 2017 arrivò terzo e per poco non andò al ballottaggio a scapito proprio della Le Pen. Tra le proposte di Mélenchon ci sono l’aumento della tassazione sui redditi più alti e l’introduzione di un salario minimo di 1400 euro.
Un ultimo dato molto importante da registrare in questa elezione che emerge dalle previsioni sembra essere l’astensionismo: secondo alcuni sondaggi il 60% degli iscritti alle liste elettorali ha dichiarato di voler andare a votare, all’incirca il 6% in meno rispetto cinque anni fa.
Vedremo cosa decideranno i cittadini francesi domenica e chi manderanno al secondo turno delle votazioni (ipotesi di una maggioranza assoluta per qualunque candidato molto difficile). L’Europa osserva con attenzione in un momento delicato come questo chi andrà al potere in uno dei paesi più grandi ed influenti della UE.
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.