Dopo il primo turno delle elezioni presidenziali francesi nel paese i cittadini sono tornati alle urne domenica 24 aprile ed hanno rieletto il presidente uscente Emmanuel Macron per un secondo mandato dopo i 5 anni al governo, dal 2017 ad oggi. Macron ha vinto con il 58.5 % dei voti a fronte al 41 % della sua oppositrice Marine Le Pen, candidata dell’estrema destra.
Oggi in Francia però su molti giornali si analizza meglio quello che è successo domenica e osservando i dati si nota come la vittoria di Macron non sia stata poi così schiacciante ma si deva forse più ad altri fattori che sembra abbiano fatto infatti da protagonisti. L’astensionismo ancora una volta, come tra l’altro era già accaduto due settimane fa al primo turno, ha fatto da padrone: solo il 38,52 % degli elettori francesi si sono recati alle urne ed è il secondo peggior risultato per un presidente da quando è iniziata la Quinta Repubblica. Di peggio la Francia ha fatto solo nel maggio del 1968 quando alle elezioni dell’anno successivo ci fu un’astensione molto alta, pari al 31,15 per cento, e Georges Pompidou fu eletto presidente grazie ai voti del 37,5 per cento degli elettori iscritti. Un altro aspetto fondamentale che ha caratterizzato questa votazione è sicuramente stato il fatto che molti francesi non si riconoscessero in nessuno dei due candidati e che dunque non siano andati a votare o abbiano votato per evitare di vedere l’altro vincere, il cosiddetto voto per il “meno peggio”. Da uno studio fatto in Francia, infatti, emerge che circa il 48 % di quelli che hanno votato il presidente in carica lo hanno fatto solo per evitare di vedere Marine Le Pen all’Eliseo. Un dato poco incoraggiante per Macron ed il suo partito se si aggiunge il fatto che il terzo arrivato al primo turno delle votazioni, Jean-Luc Mélenchon candidato della sinistra, abbia sostenuto Macron dopo la sua sconfitta.
Se la vittoria di Macron da un lato non sia stata così netta come abbiano visto, dall’altra la sconfitta di Marine Le Pen non è così insoddisfacente per la destra francese. La figlia di Jean Marie è stata sicuramente molto astuta nell’abbassare i toni della sua campagna elettorale: meno radicale, razzista ed islamofoba e più concentrata su temi cari alla destra nazionalista come la sicurezza o il taglio delle tasse. Inoltre, se si guarda al confronto tra queste elezioni e le precedenti del 2017 si nota come Macron abbia perso 2 milioni di elettori: 18.7 nel 2022 rispetto ai 20.7 di cinque anni fa. Marine Le Pen ha invece ottenuto 2,6 milioni di voti in più: 13,2 milioni di schede elettorali a suo nome, contro i 10,6 milioni del 2017. Per questo, commentando la sconfitta, la candidata dell’estrema destra ha comunque parlato di una «clamorosa vittoria».
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