Frutta e verdura & prodotti Fitosanitari. Come siamo messi in Italia?

 

Fin dall’antichità si sono cercati rimedi efficaci a proteggere le coltivazioni da insetti, funghi ed elementi che potessero compromettere i raccolti. Si è passati da prodotti naturali che sfruttavano una difesa passiva (allontanamento, spaventapasseri), a prodotti a base di repellenti, comunque di origine minerale o vegetale. L’evoluzione e le scoperte hanno fatto combinare questi elementi fino ad una prevalenza quasi esclusiva di prodotti che studiati in laboratorio, sono composti da elementi chimici e porzioni sempre minori  di ciò che per sua natura non fa male, ma previene e combatte l’insorgenza di muffe o la presenza di parassiti. Oggi viviamo nella  chimica di sintesi. Ci sono pesticidi che prevengono, altri che eliminano. Questi sono i “biocidi“e i pesticidi “Fitosanitari“.

In poco più di un secolo le sostanze chimiche che sono state prodotte hanno contribuito ad avvelenare ed avvelenarci. Sostanze che di fatto sono cancerogene, che respiriamo, beviamo, mangiamo ogni giorno senza nemmeno rendercene conto. Quando quel barlume di intelligenza ci paventa una possibile nefasta malattia  patologica cronico-degenenerative, tumorale e autoimmunitarie, alziamo le spalle e  proseguiamo nella autodistruzione sociale. Non siamo più capaci a coltivare in maniera naturale? Non sappiamo più vedere la frutta brutta ma sana? Non ci rendiamo conto che tutto ciò che viene usato entra inevitabilmente nel nostro ciclo alimentare e si fissa nel nostro organismo incapace di sintetizzarlo? Sembrerebbe di no.

Il fitosanitario ideale, oltre ad essere efficace, dovrebbe essere privo di effetti nocivi sulla salute delle piante trattate e del mondo circostante, compresi gli esseri viventi. I livelli massimi previsti dal Regolamento (CE) 396/2005  relativo ai  residui di antiparassitari, da utilizzare  sui prodotti alimentari, e prodotti di  origine vegetale e animale riprendono la direttiva 91/414/CEE (DIRETTIVA DEL CONSIGLIO del 15 luglio 1991 relativa all’immissione in commercio dei prodotti fitosanitari: tra l’altro nell’articolo 1:  La  direttiva riguarda l’autorizzazione, l’immissione in commercio, l’utilizzazione e il controllo nella Comunità di prodotti fitosanitari presentati nella loro forma commerciale e l’immissione in commercio nella Comunità e il controllo delle sostanze attive destinate ad un uso definito).e prevede anche dei limiti ben precisi per singoli prodotti vegetali e frutta e altresì specifici prodotti utilizzabili. Infatti l’uso di determinati prodotti deve garantire un livello di sicurezza riconosciuto e riconoscibile dal Ministero della Salute.

La maggior parte della frutta e verdura venduta in Italia e da noi consumata contiene residui di pesticidi. La domanda che tutti si pongono, in questi casi, è la pericolosità e gli eventuali effetti sull’uomo. In Europa, l’organismo a cui è affidato tale controllo è l’EFSA . Dei 41 principi attivi di cui si è accertata la presenza ne sono stati evidenziati alcuni che possono portare ad effetti sul sistema ormonale e così il metabolismo ma anche il funzionamento di taluni organi. In particolare tale interferenza può riguardare il corretto funzionamento di ormoni che riguardino il cervello e il suo sviluppo, la tiroide e quelli neuroipofisari per la produzione di ossitocina e vasopressina. Per finire, organi sessuali maschili e femminili possono subire danni. Nei bambini uno studio ha evidenziato per coloro che consumavano maggiori quantità di frutta contaminata, un maggiore disturbo comportamentale. L’insorgenza dei disturbi in ordine allo sviluppo del cervello e la sua capacità cognitiva è stata maggiore tra coloro che hanno assimilato quantità maggiori di prodotti tossici. I bambini, in particolare, sembrano assimilare e risentire maggiormente a livello cognitivo e di risvolti a livello caratteriale, con iperattività e riduzione della concentrazione. In controlli effettuati sui prodotti attualmente in vendita in Italia i livelli dei fitosanitari(termine pulito per indicare i pesticidi) supera molto spesso i limiti imposti per legge. Nell’attesa di una presa di coscienza da parte dello Stato e di chi ci governa, per un controllo più accurato e un abbassamento dei livelli concessi (ma a livello europeo, visto l’aumento delle importazioni anche della frutta) per i fitosanitari e controlli anche sulle tipologie di prodotti usati, dobbiamo continuare ad avere specifiche attenzioni: Lavare e sbucciare frutta e verdura sempre. Ove possibile comprare prodotti non trattati (brutti ma buoni), coltivazioni biologiche e cuocere le verdure.

La conclusione ahimè è sempre la stessa. Non c’è un grandissimo controllo. Il sommerso vuole maggiori quantità di prodotti immessi sul mercato per maggiori incassi. Tutti i soliti mali italioti non aiutano produzioni trasparenti e a norma di legge. Un controllo Europeo sovranazionale potrebbe aiutare, la messa a bando di prodotti dannosi per la salute dovrebbe essere la cosa primaria, ma non è così. Per tutelarci dovremmo tornare a coltivarci il nostro orticello, magari con gli orti urbani, un fenomeno sempre in crescita anche tra i più giovani.

 

 

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