La fusione nucleare attuata negli Stati Uniti ha prodotto per la prima volta più energia di quella consumata durante il processo.
Durante una conferenza stampa, il dipartimento statunitense dell’energia ha annunciato lo scorso 13 dicembre che per la prima volta nella storia, gli scienziati sono stati in grado di produrre una reazione di fusione nucleare che genera più energia di quella necessaria per innescarla.
La scoperta è avvenuta presso la National Ignition Facility ospitata nei Lawrence Livermore National Laboratory, in California.
Ma che cosa è la fusione nucleare?
La fusione nucleare è una reazione nucleare nella quale i nuclei di due o più atomi si uniscono tra loro formando il nucleo di un nuovo elemento chimico.
Si tratta della stessa reazione che permette alle stelle, sole compreso, di autoalimentarsi.
Non va confusa con la fissione, cioè la scissione di atomi pesanti in atomi più leggeri che viene utilizzata ad oggi nella produzione di energia atomica.
Perché è così importante?
Questa nuova scoperta è una svolta storica nella storia dell’umanità. Fin dagli anni ’50 gli scienziati di tutto il mondo hanno provato a riprodurre questo tipo di fusione ma finora, l’energia utilizzata per creare e controllare la potenza della fusione era stata superiore a quella scaturita dal processo stesso.
Questa scoperta è un passo in avanti nella ricerca di una fonte di energia pulita, illimitata e a zero emissioni e non solo.
- Per l’efficienza energetica, la fusione rilascia quasi dieci milioni di volte più energia della combustione di carbone, petrolio o gas.
- Per quanto riguarda il cambiamento climatico, la produzione di energia da fusione nucleare non genera emissioni di CO2.
- Non produce scorie radioattive di lunga durata, come invece accade con la fissione di atomi di uranio, (l’attuale metodo con cui si produce energia nucleare).
Non a caso i più ottimisti lo chiamano il “Santo Graal” dell’energia, capace di portare migliorie sotto diversi punti di vista economico, senza dubbio, per il clima e anche da un punto di vista geopolitico, con la possibilità per l’Occidente di liberarsi dal potere di ricatto di alcuni Paesi o dall’incertezza generata dalla costante instabilità del Medio Oriente.
Prospettive future
Al momento è solo il primo passo verso una nuova era. Ci vorranno decenni prima di riuscire a produrre energia per uso civile. Secondo molti scienziati e analisti ci vorranno almeno 20 anni. La prima centrale dimostrativa dovrebbe essere costruita in Francia entro il 2040, grazie al più grande progetto di fusione nucleare del mondo.
Quindi se scienziati e ingegneri riusciranno a costruire le strutture necessarie per catturarla e metterla in rete, a cui sta lavorando anche l’Eni col Mit (Massachusetts Institute of Technology) per raggiungere l’obiettivo intorno al 2030, l’umanità avrà una fonte pulita, rinnovabile e sicura che potrà produrre energia in qualsiasi luogo del mondo.
Le sfide sono tante, così come gli approcci proposti proprio come spiega Kim Budin direttrice del laboratorio nazionale ‘Lawrence Livermore’.
“Questa è stata una accensione, per una sola volta, di una capsula ma per ottenere l’energia commerciale da fusione c’è bisogno di molte cose. Bisogna essere in grado di produrre molti eventi di innesco per fusione per minuto e bisogna avere un robusto sistema di elementi di trasmissione per realizzarli. Ma con sforzi e investimenti concertati, e alcuni decenni di ricerca sulle tecnologie necessarie, saremo nella posizione di costruire una centrale elettrica”.
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