In molti hanno descritto la vicenda GameStop come la vittoria di Davide contro Golia, la rivalsa dei piccoli investitori contro i colossi di Wall Street, ma cos’è successo esattamente?
Quanto segue è una spiegazione inevitabilmente approssimativa e poco dettagliata, finalizzata a comprendere gli accadimenti in linea generale e semplificando le cifre in questione in modo da rendere più accessibile possibile il concetto.
Prima di tutto, occorre comprendere che cos’è uno short.
Nel mercato azionario, tendenzialmente, si acquistano azioni nella speranza che queste acquisiscano valore, cosicché nel momento in cui queste poi verranno vendute, il ricavato della vendita sarà superiore a quello che fu il prezzo d’acquisto, producendo un profitto. Operando in questo modo, si scommette sulle potenzialità di crescita di una determinata azione, per procurarsi un vantaggio economico.
Tuttavia, vi è un’altra modalità con la quale alcuni grossi investitori ottengono un profitto: scommettendo, anziché sulle potenzialità di crescita di un’azione, sulle potenzialità di decrescita di un’azione. Ovvero, mirano ad ottenere un profitto se una determinata azione perde valore. Come accade?
Questo tipo di operazione consiste nel ricevere in prestito un’azione da colui che ne è proprietario, promettendo di restituirla entro un tempo determinato. Tale azione, una volta ricevuta in prestito, viene immediatamente venduta da chi ne è entrato in possesso ed è in quel momento che scatta la “scommessa” riguardo alla perdita di valore di quell’azione. Se al termine del tempo determinato, tale azione ha perduto di valore, Tizio ricomprerà l’azione, pagando un prezzo inferiore rispetto al corrispettivo ottenuto quando l’aveva venduta e nel momento in cui restituirà l’azione a chi gliel’aveva originariamente prestata, avrà guadagnato la differenza tra il prezzo a cui l’ha venduta e quello a cui l’aveva acquistata. Tale operazione si chiama shorting.
Schematizziamo per ulteriore chiarezza:
Tizio riceve in prestito un’azione della “società A”, del valore di 10 euro da Caio e promette di restituirla tra 6 mesi con un interesse del 10%.
Tizio vende immediatamente l’azione della “società A” sul mercato, ricavando 10 euro. Tizio ha ora 10 euro, ma nessuna azione.
Dopo 6 mesi, il valore delle azioni della “società A” scende a 7 euro per azione.
Tizio riacquista un’azione della “società A”, pagandola questa volta 7 euro. Tizio ora ha speso 7 dei 10 euro guadagnati dalla precedente vendita e possiede di nuovo l’azione della “società A”.
Tizio restituisce l’azione della “società A” a colui che gliel’aveva prestata, pagandogli il 10% di interessi rispetto al valore originario dell’azione, quindi 1 euro (10% di 10 euro = 1 euro).
Con quest’operazione Tizio ha ricevuto 10 euro dall’originaria vendita dell’azione, ne ha pagati 7 per il riacquisto e 1 per il pagamento degli interessi. In totale, Tizio ha guadagnato 2 euro dall’operazione.
Lo shorting viene effettuato con una certa sistematicità, oltre che con una molteplicità di prestiti, da grosse compagnie di investimento. Si tratta di un’attività che, in ragione dell’alto tasso di rischio come elemento connaturato al mercato e della necessità di porgere adeguate garanzie ai broker che prestano le azioni, può esser svolta solamente da soggetti con un capitale molto ampio, che chiameremo hedge funds, ovvero fondi speculativi. Gli hedge funds non si occupano solamente di questo tipo di attività, ma per le finalità divulgative dell’articolo, semplificheremo in questo modo.
GameStop, invece, è una compagnia di rivendita fisica di console e videogiochi, la quale da circa un anno versa in una situazione di difficoltà economica, che ha visto il valore delle loro azioni decrescere gradualmente. Per questo motivo, le azioni di GameStop sono state prese di mira come obiettivo di un’operazione di shorting. Lo shorting, se effettuato con prestiti plurimi e in modo massiccio, ha anche l’inevitabile effetto di alterare il mercato e di decrementare il valore delle azioni di un’azienda, dal momento che queste vengono vendute in modo sistematico.
Entra a far parte della vicenda anche una piattaforma online molto popolare, Reddit, che fornisce al proprio interno degli spazi, chiamati subreddit, nei quali gli utenti possono discutere virtualmente di qualunque argomento. In un subreddit dedicato all’economia, un utente, accortosi dell’operazione di shorting che stava venendo condotta ai danni di GameStop, emette una sorta di “chiamata alle armi” nei confronti di tutti gli altri utenti per salvare l’impresa rivenditrice di videogiochi. Incita quindi tutti gli utenti della piattaforma ad acquistare azioni GameStop per accrescerne il valore e far fallire il tentativo di shorting suddetto.
La vicenda diventa virale e le azioni vengono comprate in massa, portando il loro valore ad aumentare del 350% e portando l’hedge fund che stava facendo shorting addirittura a fallire, data l’impossibilità di riacquistare tutte le azioni che avrebbero dovuto restituire ai broker dai quali avevano ricevuto le azioni in prestito. In breve, se l’hedge fund aveva preso in prestito le azioni quando queste valevano 1 euro e le aveva vendute ricevendo quel prezzo, ora si è trovato a dover riacquistare le azioni a 350 euro per restituirle a coloro che le avevano prestate.
Inutile dire che è esplosa l’indignazione dalle parti di Wall Street, dove lo shorting è un’attività ormai ben consolidata, mentre la lotta contro di questo era qualcosa di mai visto. Le accuse di distorsione del mercato hanno ricevuto la risposta che l’azione concertata di tanti individui distorce il mercato non più dell’azione di questi hedge funds, società singole, ma incredibilmente più potenti.
Difficile dire dove stia la ragione, ma un fondo di verità nel fatto che i colossi speculativi siano stati pagati con la loro moneta e anche nel fatto che la vicenda che stiamo narrando riguarda essenzialmente l’accordo di tanti piccoli investitori (per moltissimi di loro era la prima volta in assoluto che acquistavano azioni sul mercato) con l’obiettivo di salvare un’impresa in difficoltà dall’azione di un hedge fund che lucrava sul fallimento di quest’ultima. Certamente si tratta di una vicenda affascinante, che conferma la sconfinata forza aggregativa delle piattaforme online.
Il fatto che si sia trattato dell’azione di singoli investitori ha conseguito nel fatto che, al di là dell’aver provocato il fallimento del fondo speculativo, non si può dire abbia effettivamente salvato GameStop, dato che, immediatamente dopo il boom, i più hanno rapidamente venduto, assicurandosi il bottino a breve termine ottenuto, ma riportando il valore delle azioni non distante da dove si trovava prima di tutto questo batti e ribatti.
Una storia, come detto, senz’altro affascinante, che getta una minuscola scintilla di speranza sul fatto che il mercato, un concetto che appare così astratto e lontano, in fin dei conti, dipenda da ognuno di noi.
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