Si dice che i giovani siano interessati poco al sesso. Poi senti che l’età della “prima volta” si è notevolmente abbassata. Si sente in giro che il gruppo di amici è più forte dell’unione delle coppiette e che spesso le unioni tra i giovani non resistono al richiamo del divertimento, poi scopri che i consultori sono poco frequentati, che l’igiene sessuale è sconosciuta, che c’è molta promiscuità, che il sesso è un gioco e il “Tromabamico” è una realtà generazionale. Quindi nel Gruppo si fa sesso come ci si scambia un maglione per il freddo.
Invece di una chiaccherata tra buoni amici, una scopata tra membri del gruppo. Non è in crisi solo il sesso, ma anche l’amicizia. Il concetto base è sconvolgente come analisi oggettiva e le ripercussioni sulla formazione del carattere e della propria personalità porta a conclusioni paurosamente paradossali. Se da un lato il “trombare” può essere visto come la conoscenza del proprio corpo, come esperienza nel frequentare ragazzi e ragazze coetanee all’interno di un gruppo, per certi versi, ci può stare.
Altri tempi e altri modi hanno visto similitudini comportamentali, ma c’era un fattore – a chiacchiere – oggi sconosciuto, ossia l’idea di essere innamorati, o meglio pensare di esserlo, volerlo credere. E questo era una interpretazione che sposava almeno l’universo femminile. Oggi i ruoli non sono più molto certi, se da sempre l’uomo è stato cacciatore, oggi il ruolo appartiene ad entrambe le sfere, sia uomini che donne danno la caccia e possono essere cacciati. L’uomo è meno sicuro di sé. La donna è più autonoma e pensa anch’essa a sé stessa e al proprio piacere. I due universi si sono sovrapposti e questo se da una parte è un riconoscimento e un inno alla libertà e all’eguaglianza, al contempo ciò ha rotto ogni equilibrio fatto di usi, costumi, consuetudini e Ruoli. Già dalle famiglie odierne non c’è più la definizione del vecchio Pater-familias, e nemmeno più c’è l’idea del capofamiglia come figura dell’uomo. Questa figura può appartenere indistintamente a chi gestisce la casa e ne detiene il patrimonio, amministra beni e da indirizzo a coloro che in essa vi coabitano.
L’amicizia in genere si consuma, fiorisce sboccia ma se non viene concimata e non vengono recisi i rami secchi e annaffiata costantemente, in poco tempo si secca lasciando il vuoto. Nell’amicizia ci si scambiano messaggi profondi con whatsapp e facebook e non ci si dice poi molto di persona. Il colloquiar diventa spesso monologo a senso alterno, arricchito da sane sbronzate e qualche tiro di fumo. Poi ci sono le uscite in scooter e con le macchinine, gli acquisti, le serate in discoteca dove ci sono le tipe o i tipi più fighi, dove ci si sballa e si riesce a rimediare quella che te la da, o che ti si fa subito. Poi la mattina dopo con un gran mal di testa, tutti a scuola, all’Università o a lavorare. E i genitori col loro tablet, pure loro sempre a lavoro.
Questo il contesto sociale odierno. La figura dei genitori spesso assente. I giovani pieni di tutto. Un supporto amicale del valore pari al proprio, con tutti i deficit culturali, esperienze, sicurezze, informazione che non possono essere spesso la giusta chiave di lettura. Un tempo fatto di consumo e oblio.
La scuola, L’Università, l’assenza di risultati, la mancanza di lavoro. Un contesto sociale che non supporta le problematiche dei più giovani proprio perché sono quelli della generazione precedente che non sono voluti crescere e non danno le basi, non danno i giusti riferimenti. Non si sanno imporre, non sanno fare i genitori. Non sanno ascoltare.
La scopata ci sta tutta, ci si sente amati, si prova piacere, si dà piacere e ci si sente di volersi un po’ più bene e si spera che poi qualcosa resti. Quando ciò non accade rimane un vuoto e manca anche il punto di domanda, dove si va?
Ora ho espresso tanti pensieri che messi tutti assieme, forse un po’ in controtendenza gridano e auspicano ad una ricerca di se stessi e del volersi bene. Voler bene a se stessi per poter voler bene a qualcun altro. Tutto questo sbandar a volte trova concretezza in una nuova famiglia. Ci sono trasmissioni che parlano di ragazze incinta che scoprono se stesse e l’amore con la nascita di un nuovo bebè. Fatti di cronaca raccontano anche di storie tristissime, di abbandoni e aborti e ancor peggio omicidi per incapacita a prendersi impegni così grandi.
Non parlo di Chiesa, non parlo di Fede, ma parlo di amore e famiglia. Parlo di parole, tutte quelle parole che non ci sono più nelle case. Parlo e dico ma bisogna saper imparare ad ascoltare senza dar poca importanza alle chiacchiere di un bimbo o bimba che a noi guardano e chiedono attenzione. Non li lasciamo soli e ascoltiamo sin da piccoli le loro difficoltà piccole. Impariamo ad ascoltare per saper consigliare, rimproverare, mettere in punizione, abbracciare, giocare, ripetere la lezione, telefonare e passeggiare.
Dico che c’è troppa informazione, troppa poca comunicazione e poche barriere, nessun filtro. Tutto arriva sparato contro spugne giovani che assorbono costumi e società come dipinti da chi deve stupire, colpire per emergere nell’universo della multimedialità. Così si creano i nuovi mostri fatti di consumo, anche sessuale. Il trombamico può essere l’evoluzione del fidanzatino dei miei tempi… un nuovo inizio forse, una mercificazione dei sentimenti. Una richiesta di aiuto. Mah.
Prossimi temi che tratteremo:
- Il servizio Militare…….quanto ha influito nel carattere dei giovani, nella formazione. Averlo tolto ha indubbi lati positivi, ma c’era qualcosa di buono che lasciava. Vediamolo sotto una prospettiva diversa
- Lo sport come sistema educativo anche per la formazione caratteriale.
- Le nuove tecnologie, difficoltà nello stare al passo con i ragazzi . Quanto stanno diventano passivi dei nuovi sistemi multimediali. Sono strumenti evolutivi o macchine di distruzione dell’intelletto?
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