Gli effetti negativi della Dad sui giovani

A causa delle restrizioni imposte dal Coronavirus, gli studenti di tutto il mondo hanno sperimentato la didattica a distanza. Secondo una ricerca conseguita dal Consiglio Nazionale dell’Ordine degli Psicologi (CNOP), però, il 63% degli studenti ha vissuto negativamente la didattica online. Gli effetti preoccupanti che questo sistema ha causato sui giovani sono molteplici, soprattutto a livello psicologico.

Nell’indagine “I giovani ai tempi del Coronavirus“, condotta da IPSOS per Save The Children, vengono analizzati i pensieri e gli stati d’animo degli studenti costretti a vivere in casa, e soprattutto viene illustrato il vero impatto che la chiusura delle scuole ha avuto su di loro. Come emerge dallo studio, per il 38% dei giovani la didattica a distanza rappresenta un’esperienza negativa, in seguito alla quale la propria preparazione scolastica è nettamente peggiorata. I ragazzi hanno riscontrato, a causa della Dad, un aumento di stanchezza (31%), incertezza (17%) e preoccupazione (17%), unite a irritabilità e ansia.  La mancanza della socializzazione e l’eccessiva presenza dei dispositivi tecnologici sono tra le principali cause di aggressività e incremento di un’atteggiamento passivo da parte dei ragazzi. Un’altra problematica messa in evidenza dallo studio è costituita dal fenomeno dell’abbandono scolastico, che rischia di aumentare proprio a causa della pandemia e dell’impoverimento delle famiglie. Il 28% dei ragazzi oggetto dello studio ha dichiarato che almeno un proprio compagno di classe ha abbandonato gli studi durante il lockdown.

«In generale – si legge nel sito di Save the Children – la principale difficoltà è rappresentata dalla fatica a concentrarsi per seguire le lezioni online e dai problemi tecnici dovuti alla connessione internet/copertura di rete propria o dei docenti. Guardando alle dotazioni dei ragazzi, quasi il 18% dichiara di aver a disposizione un dispositivo condiviso con altri e l’8% si trova a frequentare le lezioni in una stanza con altre persone. Stanchezza, incertezza e preoccupazione sono i principali stati d’animo che ragazze e ragazzi hanno dichiarato di vivere in questo periodo. E guardando al futuro, solo il 26% pensa che “tornerà tutto come prima” e la stessa percentuale ritiene che “continueremo ad avere paura”, mentre il 43% ritiene che anche dopo il vaccino, “staremo insieme in modo diverso, più on line”».

Per la maggior parte dei giovani l’anno della pandemia è stato un “anno sprecato, un anno perso“, anche se le relazioni dal vivo hanno acquistato un nuovo e importante valore, prima troppo spesso trascurato. Quasi tutti i ragazzi affermano di aver compreso l’importanza dell’amicizia e del relazionarsi in presenza. Il danno più grande causato dalla pandemia sui giovani è stato senza dubbio quello di non poter vivere momenti spensierati fondamentali per la loro generazione.

 

 

 

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